Spero di non essere di troppo...
La notte, scura e amorevole la teneva stretta come una madre, l'accarezzava lenta con il vento che giocava con i suoi capelli rosso fuoco, il cappuccio che portava sul capo era ormai un
must per lei, ora che era riuscita a trovare un mondo che l'accettava e con lei respirava lentamente a pieni polmoni aria familiare, magica. Lenta camminava tra i maghi e le streghe del luogo che la osservavano a malapena, senza farci troppo caso, con il tempo aveva imparato a riconoscere amici e nemici, umani senza magia e umani come lei; mentre camminava lenta godendosi l'aria notturna e il caos posò un piede su di un pezzo di carta, una busta, la raccolse, l'aprì e lesse la frase:
Il gioco non terminaDi che gioco si parlava? Era forse un passatempo? Un invito? Cos'era davvero? Chiuse gli occhi e respirò profondamente andando quasi in trance, seguendo l'istinto e la traccia lasciata sul biglietto. Quello che pochi sapevano era che maghi e magia, lasciano sempre una traccia su ogni cosa tocchino, lei seguì quella traccia, affrettò il passo scontrandosi un paio di volte con dei passanti ben poco raccomandabili che non esitarono a seguirla, rendendole la nottata piuttosto piacevole in fin dei conti.
Uscì dallo stato confusionale in cui era e ghignò nascondendosi all'ombra di un vicolo, la luna batteva i suoi raggi sulla strada di ciottoli, ma il buio l'aiutava a nascondersi, avvistò i due uomini luridi e grossi, sudaticci e con il fiato alcolico, ghignò nuovamente e uscì dal buio a bacchetta spianata, non disse una parola, lasciò che fossero loro a dare il via alle danze.
Ma guarda chi c'è qui...una streghetta senza volto...Disse il primo, quello più grosso, rivolgendosi al compare che rise forte, una risata fastidiosamente stridula, tirò fuori la sua bacchetta e la puntò alla donna in un secondo
Andiamo Bambina, non puoi farci arrabbiare così...non vuoi vero? La donna scosse la testa imitando un pianto rassegnato e con voce tremante sussurrò
Per favore...non fatelo...I due la circondarono stringendola in un cerchio fatto di muscoli e carne, lei rise, rise forte liberatoria e scagliò silenziosa contro uno dei due un incantesimo che lo fece rimbalzare contro il muro, poi guardò l'altro togliendosi il cappuccio dalla testa e con un altro ghigno sussurrò
La festa è finita di già? Un altro incantesimo scoccò dalla sua bacchetta, ma il nemico sapeva come rimandarlo indietro e lei si trovò accasciata a terra con la testa dolorante e il sangue che lento le rigava il viso in un rivolo copioso, sentiva le risate dei due che le furono sopra e la tirarono su, quello che si era rialzato la prese per il collo, mentre l'altro la derubò della bacchetta, Olivia si sentì persa e chiuse gli occhi, pronunciando una litania, lentamente le mani del ladro tremarono, la bacchetta quasi si muoveva da sola, se la puntò alla testa e da solo si uccise gridando, l'altro mise giù la donna in un secondo e imprecò, insultandola, Olivia ghignò nuovamente e prese in mano la sua bacchetta, osservò l'uomo che le stava di fronte e gli mostrò il biglietto
Sai cosa significa?L'uomo scosse la testa e tentò di fuggire, ma la donna lo bloccò saltandogli sulle spalle, gli sussurrò una parola all'orecchio e gli storse il collo con le mani, cadendo con lui al suolo, lei rimase sulla sua schiena per qualche secondo mentre lui era a pancia in sotto con il sangue che gli usciva dalla bocca, Olivia si alzò schifita dall'odoraccio e si recò nuovamente in direzione della traccia magica.
Si ritrovò in una bettola maleodorante, in cui la cosa più pulita era...il nulla, gli uomini all'interno puzzavano da far schifo e le donne che c'erano, lei e forse un altro paio, non erano certo appena uscite da una vasca con acqua profumata, lenta si diresse al bancone senza coprirsi la testa e chiese all'oste se poteva darle un bicchiere di vino, già a sentirne l'odore uscire dai calici altrui era pessimo, ma non poteva certo starsene li a non far niente, guardò nuovamente il bigliettino e si guardò intorno, sentiva che era nel posto giusto probabilmente, anzi era certa, ma con tutto quel chiacchiericcio non riusciva a concentrarsi, tentò invano di isolarsi, anche se una figura piuttosto raccapricciante accolse il suo sguardo, era...diverso dagli altri, era sporco, mangiava come un vagabondo che non mangia da giorni e questo la fece riflettere, che fosse lui il mittente del messaggio? C'era possibilità che qualcun altro avesse ricevuto lo stesso biglietto e fosse arrivato li con lei a dissipare ogni dubbio? Per ora voleva solo bere e dimenticarsi dello schifo appena vissuto. Ad un tratto però si voltò nuovamente verso la figura, era certa che lui fosse l'uomo che spariva e riappariva quando più gli conveniva, si diceva in giro che offrisse un lavoro, probabilmente era il caso di parlargli, dopotutto, se qualcun altro fosse arrivato, era sicura che gli avrebbe soffiato l'opportunità da sotto il naso, quindi prese coraggio, il suo boccale e si diresse al tavolo dell'uomo
Siete voi il mittente del messaggio?Chiese senza riflettere un secondo di più, si sedette di fronte a lui e lo fissò con le iridi azzurre, in attesa di risposta.