| M'ama, non m'ama, m'ama, non m'ama. Finn avrebbe preferito avere tra le mani una di quelle belle margherite che fiorivano in primavera nelle terre di suo padre, ma in quella stagione erano introvabili. Aveva dunque cercato qualcosa per improvvisare quel giochetto che divertiva così tanto Daph, ripiegando su un ramo di pino trovato per terra. Magari, funzionava davvero. Ebbene si, Finn Caulfield si era innamorato. Di chi? Di una cameriera che aveva incontrato ad una locanda, la figlia del proprietario. Finn non metteva in dubbio la virtù della sua amata: era infatti convinto che tutti quelli che vociferavano alle sue spalle, dicendo che di notte entrasse nel letto dei clienti della locanda per qualche misero spicciolo, fossero degli stolti, incapaci di vedere la purezza della sua bella. Era rimasto affascinato dai suoi occhi spagnoli e dalla sua risata cristallina, da quella leggerezza che aleggiava intorno a lei. I suoi fratelli, tuttavia, non approvavano quel sentimento, o almeno, ciò era sembrato al ragazzo. Thierry, saputa la notizia, si era messo a ridere, Erin aveva fatto quella sua faccia scettica che adoperava per esprimere il suo disappunto. Ma Thierry non poteva concepire che qualcuno fosse felice, mentre Erin non aveva mai sperimentato l'amore. Il suo era un sentimento profondo, lo sentiva, un sentimento che sarebbe durato nei secoli dei secoli, capace di sconfiggere tutti coloro che lo ostacolavano, a cominciare dai pettegoli e dalla sua famiglia bigotta. L'unico problema stava nel fatto che prima o poi avrebbe dovuto rendere partecipe la sua amata delle sue intenzioni così serie. Ma andava tutto bene, secondo il pino, anche lei lo amava. Lasciò cadere sulla neve il ramo spellato e iniziò a fischiettare una di quelle canzonette francesi che cantava di tanto in tanto sua madre, nei giorni più felici e belli. Aveva deciso che sarebbe andato subito dalla sua amata, le mani infilate dentro le tasche delle braghe, per comunicarle le sue intenzioni. E così, accelerò il passo, con un sorriso felice sul viso, diretto verso i cancelli della scuola. Notò la ragazza dai capelli castani, e subito, nella sua nuova ottica romantica, credette che fosse lì per aspettare il suo innamorato, magari un cavaliere su un cavallo bianco. "Milady!" la salutò, inclinando leggermente il capo, un sorriso che si estendeva da una parte all'altra del viso. Capì poco dopo, che il cancello era chiuso. Rimase un attimo interdetto, corrugando i sopraccigli. Decise quindi di girarsi completamente verso la ragazza, facendo un inchino migliore. "Finn Caulfield, milady, al vostro servizio." si presentò. Avrebbe anche cercato la mano della ragazza per appoggiare un bacio al suo dorso, se non avesse avuto paura di avere la punta del naso troppo fredda. "Cosa ci fa una ragazza così graziosa qua fuori, da sola, con questo freddo pungente?" si prese la licenza di domandarle, cercando di non risultare un ficcanaso. Oh, era brutto, essere classificati come ficcanaso, proprio una brutta cosa.
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