| Andati. Thierry e Finn se ne erano andati verso Nottingham. Da quando erano partiti, Erin non aveva fatto altro che mangiarsi le unghie a sangue, abituandosi al suo sapore metallico. Thierry sarebbe esploso. Thierry sarebbe esploso. Lo credeva, lo immaginava. Lo sapeva. Doveva insistere di più, doveva supplicarlo di portarla con lui. Cos'avrebbe fato? Un brivido le percorse la schiena. Doveva andare anche lei. Finn non l'avrebbe calmato, anzi. Se possibile, l'avrebbe irritato ancora di più. Se Xavier era il suo, di sedativo, lei era quello di Thierry. Cosa poteva fare? Aspettare? Andarsene? Non lo sapeva. Per ingannare il tempo, girò per le vie di Hogsmeade, nuovo villaggio vicino ad Hogwarts. Camminò, girando in tondo, fino a quando le gambe non iniziarono a pesarle. Trovò una grotta, luogo che considerò adatto alle sue esigenze (coperto, al riparo e dove poteva sedersi). Decise di sedersi su un masso, a pensare, cercare di decidere cosa sarebbe stato meglio fare. Rimanere... Thierry sarebbe uscito di testa, senza dubbio. Andare al castello dei Gaunt, allora. Ma cosa avrebbe fatto suo fratelli? E Xavier? E i suoi parenti? Già, i parenti di Xavier. Serpeverde. La schiena le tremò ancora. Il rogo... Quell'immagine era ormai marchiata a fuoco nella sua mente. Appoggiò la testa alla parete della grotta. Doveva decidersi. Una volta, prima che cadesse dentro un lago ghiacciato, qualcuno le aveva detto che il coraggio non era una dote indispensabile per i Corvonero. L'aveva detto per farle notare la sua stupidità, si era messa a camminare su una lastra di ghiaccio, ma se invece avesse avuto ragione? Magari era davvero, coraggiosa. Magari sarebbe riuscita a rivedere Serpeverde senza tremare. Ma no, lei era Erin Caulfield, la codarda, quella che scappava per salvarsi la vita. E se si fossero sbagliati tutti, lei per prima? Se in realtà fosse stata coraggiosa, avventata? Cosa avrebbe fatto, senza considerare Thierry, e Xavier, e Serpeverde, e il loro giudizio? Sarebbe corsa a Nottingham, senza battere ciglio. Quindi... Quindi era la cosa giusta da fare, forse. Improvvisamente si alzò, come colta da un'illuminazione improvvisa. E poi, sentì qualcosa muoversi, un rumore che tuttavia non riuscì a riconoscere, forse perché si trovava troppo lontano. Rimase ferma, all'entrata della grotta, sperando che chiunque fosse non fosse diretto lì, o che almeno non la notasse. Era un orso? Poteva essere nella sua tana? Rimase ferma, i muscoli troppo rigidi per poterli muovere. E poi, riuscì a intravedere una sagoma (o più di una?).
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