| Erin Isabelle Caulfield si era sempre considerata alta. Non altissima, certo, ma abbastanza da considerarsi sopra la media. Le altre ragazze della sua età, solitamente, non raggiungevano l'inizio sua fronte, Daphne neppure l'inizio del suo naso, e, nonostante fosse più grande di lei, doveva spesso inclinare la testa all'indietro per osservare i suoi occhi azzurri. Eppure, in quegli ultimi giorni, si era accorta di non essere alta quanto pensava. Le sembrava di essersi rimpicciolita da un momento all'altro. Probabilmente era solo un'impressione, uno strano gioco della sua mente. Tuttavia, Xavier sembrava essere diventato un gigante. Per non parlare di Finn: l'aveva sempre superata di almeno venti centimetri, era sempre stato il Caulfield alto e grosso, ma quando l'aveva rivisto, appena arrivato dall'Irlanda, si era trasformato in un colosso. Era diventato enorme. Quindi, o tutti stavano crescendo all'improvviso, o lei si era abbassata. Oppure, cosa più plausibile, era cambiato il suo portamento. Lei, sempre così alta e fiera, con il naso per aria e gli occhi atteggiati in uno sguardo di sfida, aveva cominciato ad abbassare il capo, ad arrossire appena qualcuno le rivolgeva parola, e rendersi minuta. E per cosa, o meglio, per chi? La colpa della sua bassezza era Xavier. Già, proprio lui. Lei era cambiata, lui, l'aveva cambiata, la sua influenza. Perfino il suo livello di sarcasmo, era diminuito. Era una nuova Erin, decisamente. Questa Erin aveva bisogno di essere protetta da uno di quei giganti che la circondavano, da Xavier, o da Finn, o da Thierry. Questa Erin aveva bisogno di approvazione, non si sentiva mai all'altezza delle altre persone. Questa Erin era trasportata dai sentimenti, meno fredda, più dolce, ma anche più debole, secondo il suo punto di vista. Erin Isabelle Caulfield doveva ancora capire se preferiva la nuova Erin a quella vecchia. Erin Isabelle Caulfield era stata informata del desiderio di Rowena Corvonero di incontrare i suoi studenti. E quindi, aveva smesso con quei suoi strambi ragionamenti su vecchio e nuovo e si era diretta in Sala Comune. Magari avrebbe incontrato Xavier e gliene avrebbe dette quattro sul suo rimpicciolimento, finita la riunione con la fondatrice. E quindi, dopo una passeggiata mattutina nel campo del castello (cosa che la vecchia Erin non avrebbe mai fatto), l'irlandese si diresse verso la sala circolare di Corvonero, alzando il mento, cercando di imitare la vecchia Erin, con i capelli più selvaggi del solito lasciati sciolti ed addosso un vestito bianco con ricami blu che si era portata da Waterford. Era dei colori della sua città, i colori che imitavano la spuma marina di Port Lairge. La faceva sentire un po' a casa, indossare quell'abito. Quasi subito individuò la figura elegante di Rowena Corvonero, cosa piuttosto facile, dato che solo la fondatrice, oltre alla Caulfield, si trovava nella stanza. Lady Corvonero. la salutò, inclinando leggermente il capo. Mattinata splendida. disse. E poi basta. Lei non era tipo da tante parole, preferiva l'essenziale. La sua bocca sapeva solamente esprimere frasi ironiche, cosa che faceva sempre più di rado, principalmente per lasciare spazio ai baci di Xavier. E quindi, non ci mise molto a prendere posto su uno di quei divani blu che riempivano la sala comune, mentre le iridi azzurre erano rapite dal paesaggio esterno che si poteva ammirare da lassù. La foresta, il prato adorno di fiori e il Lago Nero. Finalmente, il suo sguardo si fermò sulle acque del Lago, come se ne fosse attratto.
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