| La lettera che aveva ricevuto Thierry l'aveva a dir poco sorpreso. Era stata scritta da sua sorella, che lo pregava, anzi, lo supplicava di recarsi nella contea di Nottingham, al castello dei Gaunt, in un giorno e ad un'ora precisi. Le parole nella pergamena non sembravano nemmeno state scritte dalla sua Er: ricordava la scrittura della sorella come chiara ed aggraziata, ordinata e priva di fronzoli. Le parole della lettera, invece, si accavallavano, avevano ognuna una misura differente, le frasi mancavano di linearità, varie chiazze d'inchiostro nero macchiavano la pergamena, come se avesse avuto tanta fretta. Doveva ancora capire, lo scopo di quell'incontro, Er non aveva voluto dirglielo. Che quella fretta non fosse invece paura? Thierry odiava, i pettegolezzi da salotto, quel fastidioso chiacchiericcio femminile, ma sapeva anche lui, che i Gaunt erano imparentati con Serpeverde. Temeva che Erin avesse potuto cacciarsi nei guai, scatenando l'ira del fondatore, e che non volesse dirlo al padre, aspettandosi da parte di Kieran una reazione esagerata. Quella era di certo l'ipotesi peggiore. Tuttavia, anche se fosse successo ciò, Thierry avrebbe tirato fuori dai guai la sorella. Funzionava così, tra loro: uno sbagliava e l'altro accorreva ad aiutarlo.
Il gorno dopo, un'altra lettera, questa volta scritta dal fratello. Era anche lui ad Hogwarts, nella casa di Salazar Serpeverde. Sembrava felicissimo, di essere in Inghilterra. Se Erin aveva fatto qualcosa, Finn di certo non ne sapeva nulla, dato che non aveva accennato a nulla del genere. Ma sapeva che loro due, Finn ed Er, non erano mai stati confidenti: erano fin troppo diversi, agli antipodi. Questo non aveva dunque frenato le ansie di Thierry. Aveva deciso comunque di incontrare entrambi poco fuori la scuola, per parlare con loro, dato che erano fisicamente vicini, ma che era da mesi, che non si vedevano.
L'incontro con i due fratelli si era rivelato... Strano, a dir poco. Non era stato Finn, a stupirlo: Finn era sempre il solito. Era Erin, che l'aveva impressionato. Era cambiata, decisamente cambiata. Non l'aveva mai vista così male, sembrava quasi che la lontananza dal clima irlandese l'avesse fatta sfiorire. Di quell'aspetto selvaggio che l'aveva caratterizzata quando erano a casa era rimasta solo un'ombra cupa, quelle risposte quasi rabbiose che dava quando si parlava di lei, quel lato che non aveva mai mostrato a Thierry. Era impallidita, sembrava stanca e sempre sulle spine o sui carbonii ardenti, Thierry la vedeva decisamente più magra. "Ti danno da mangiare, in quella scuola?" gli aveva chiesto. Finn si era messo a ridere, Erin l'aveva guardato male. E in quel momento, vedendo i suoi occhi chiari così taglienti, aveva rivisto la sua Er, e aveva avuto la certezza che quella sarebbe stata una delle ultime volte. La stava perdendo, quella maledetta scuola la stava strappando dalle sue mani. In quel momento, aveva capito perché il padre l'avesse mandata lì: stavano sgrezzando il suo diamante, lo stavano rendendo perfetto per quella corona a cui Kieran tanto anelava, a cui tutti tanto anelano. Pian piano, la stavano trasformando in una lady posata come poteva essere Yvonne o loro sorella Daphne. Stavano cercando di raddrizzare un vecchio albero storto, di scambiare le ore del giorno con quella della notte. Per quello, soffriva così tanto: la sua natura era selvaggia, il contrario di quella di una perfetta moglie pacata, era come pretendere di contenere il mare in un calice, prima o poi Er sarebbe esplosa. E non sarebbe più riuscita a tornare indietro. Comunque, avevano parlato anche di quell'incontro con i Gaunt. Erin non aveva fatto trapelare nulla. Aveva chiesto di essere presente, ma Thierry gli aveva negato il permesso, nonostante la sua insistenza: non sarebbe andata da nessuna parte, non in quelle condizione, non come spettro di sé stessa, non per parlare con un Gaunt. In quelle condizioni, l'avrebbero spaventata, chiunque, l'avrebbe fatto. Non gli era mai sembrata tanto fragile, piccola, bisognosa di protezione. Aveva tuttavia accettato di buon grado la compagnia di Finn. Era piacevole, avere Finn al fianco, nei viaggi. Ti rallegrava. E magari sarebbe anche riuscito a ben disporre i Gaunt nei loro confronti. E così, era partito, col fratello, qualche giorno più tardi, arrivando a Laxton come era desiderio di Erin. Aveva anche di accontentarla vestendosi come richiedeva il suo rango e non, come suo solito, con un farsetto e un paio di brache stinti dal troppo uso. Sia lui che Finn portavano i colori di Waterford, bianco e blu, colori marini come lo era Port Lairge, la loro terra. Ad accoglierli, vi erano due ragazzi poco più piccoli di lui, vestiti di verde, vestiti da Gaunt. Thierry sfoderò il suo miglior sorriso e, dopo un piccolo inchino, si presentò ai suoi ospiti. Milord, milady, Thierry Richard Caulfield, lieto di essere qui e onorato di fare la vostra conoscenza. Il mio compagno è mio fratello minore, Finbar. rivolse completamente lo sguardo verde ai due, sorridendo nuovamente.
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