Sarebbe mancato davvero così poco tempo al mio incontro rinnovato con mio padre?
Mi era mai mancato così tanto, ancor più quando avevo cominciato a ricevere sue risposte più saltuarie a causa dei sospetti che, di tanto in tanto, avevano aleggiato a Nairn, il mio villaggio, in merito alla corrispondenza via gufo. Ovviamente nessuno aveva osservato poi chissà cosa, se non il fatto che mio padre mi avesse invitato a recarmi da cari parenti di mia madre affinché apprendessi il più possibile in merito alla vita in casa per divenire una brava moglie e madre.
L'esistenza della scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts sarebbe dovuta essere più segreta possibile anche se persone crudeli come l'assassino di mia madre, maghi anch'essi, delle volte si erano trovati nelle circostanze persino di accusare loro simili o di ucciderne pur di sopravvivere o di sentirsi forti agli occhi degli altri.
Era stato un anno colmo di soddisfazioni, di profonde scoperte di sé, di progressi e conoscenze che avrei voluto indubbiamente approfondire col passare del tempo, se avessi avuto l'opportunità di tornare dopo il periodo di pausa estivo.
L'anno di studi era dunque giunto al termine ed io avrei potuto fieramente dire d'aver letto un cospicuo numero di libri della splendida biblioteca del castello, di aver visto anime meravigliosamente interessanti ed altre più oscure e di essermi sentita molto più a casa che nel mio paese natale.
Fu quel giorno che, mentre ero intenta a mettere qualcosa sotto i denti dopo aver avuto un brutto malessere nei giorni precedenti che, fortunatamente, non era sfociato in febbre -che per poco non mi uccise, l'ultima volta-, un piccolo gufetto dagli occhi tondi e gialli prese a bubolare in mia direzione dopo avermi consegnato una lettera che non era della solita carta che giungeva da Nairn, più scura ed appena più ruvida.
Era pergamena, esattamente come la mia ma molto più fine, su cui era impressa la grafia deliziosamente inclinata della nostra magnifica Helga Tassorosso, la fondatrice della nostra casata e mia personalissima guida.
Era stato previsto un incontro di tutti i membri della casata dopo cena, incontro a cui non sarei potuta mancare, seppure anche solo per osservare ed ammirare quanto e come fossimo mutati. Emmelynn, la mia compagna di dormitorio, sorrise divertita e cordiale alla lettura della pergamena, pensando a come avrebbe dovuto scrivere le missive per invitare facoltosi maghi e streghe alle proprie nozze che non avrebbero tardato poi molto a giungere.
Sospirai, attendendo l'orario previsto, ingannando il tempo grazie alla lettura, mia fidatissima compagna di vita per tutto quell'anno molto più di altri.
Giunsi in Sala Comune esattamente dopo cena, notando come già uno sparuto gruppo di studenti si fosse accomodato appoggiandosi ai tavoli, seduto alle sedie poco lontane o, come me, su uno dei divani davanti al caminetto spento, per quella sera. La luce dorata illuminava la nostra splendida capocasata donandole un'aria ancor più eterea, in piedi, fasciata da nobili vesti e con i capelli delicatamente acconciati.
Mi sentii immensamente piccola, a confronto, con i lunghi capelli sciolti se non per delle forcine a fermarne le ciocche più ribelli ed una veste azzurra che poco aveva a che vedere con quella della splenddia Lady.
Stringendomi appena nelle spalle udii la voce chiara e distinta di una giovane donna che sapevo benissimo essere Shelila Bluetulip, giovane strega dai capelli castani, dalla corporatura piacevolmente florida ed un dolce paio d'occhi marroni.
«Mi dispiace lasciare questo posto, anche se solo per pochi mesi. Questo è quello che penso.» Asserì la giovane in conclusione ad un discorso cominciato quasi impulsivamente, lasciando che accennassi un tenero sorriso senza però prendere ancora la parola, troppo timida per farlo, specialmente con così tanti messeri e giovani ed aggraziate fanciulle. Non era mai stato il mio forte provare a parlare a qualcuno, in generale, perciò...