Voci e narcisisti, Privata, Gael Naharis

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Noah Edgar Miller
view post Posted on 17/6/2014, 10:46     Top   Dislike




There were three old gypsies came to our door.
They came brave and boldly-o.
And one sang high and the other sang low
And the other sang a raggle taggle1 gypsy o.

It was upstairs, downstairs the lady went,
Put on her suit of leather-o,
And it was the cry all around her door
"She's away with the raggle taggle gypsy-o"



Noah camminava lento, come incantato da quella melodiosa voce. Quel giorno il castello pareva così vuoto. Ad ogni passo, il giovane mago poteva sentire l'eco dei "tap tap" impiantato in testa. Quella musica babbana, quella melodia celtica che lo riportava ad una realtà di così tanti secoli prima, lo trascinava lungo i corridoi, anche quelli più stretti e sconosciuti. Si faceva attirare proprio come i bambini seguono l'odore del pane caldo al mattino.
Una voce di donna, che, forse, esisteva solo nella sua testa, dal momento che nessun altro pareva accorgersi di quell'insolito canto.

It was late that night when the lord came in,
Inquiring for his lady-o,
And the servant girl she said to the Lord;
"She's away with the raggle taggle gypsy-o"

"Well, saddle for me my milk-white steed
My big horse is not speedy-o
And I will ride till I'll seek my bride,
She's away with the raggle taggle gypsy-o"



Una ballata. Non se ne intendeva molto ma avrebbe potuto metterci la mano sul fuoco. Che fosse un qualche scherzo di pessimo gusto ideato da qualche amico Tassorosso di Annie per fargliela pagare di come si era comportato con lei nella biblioteca del castello? Noah sorrise scuotendo il capo. Se i Tassorosso avessero così tanta fantasia e senso della vendetta, sarebbe quasi potuto andare d'accordo con loro. Ma se li disprezzava tanto era anche per la loro finta giustizia. Gridavano ad essa e non alla vendetta, ma di fatto, si sapeva, era una semplice copertura per non ammettere di essere troppo codardi e troppo stupidi per affrontare un così geniale mago come Noah.

Now, he rode east and he rode west
He rode north and south also,
until he came to a wide open field
It was there that he spied his lady-o.

"Tell me, how could you leave your goose feather bed
your blankets strewn so comely-o?
And how could you leave your newly wedded Lord
all for a raggle taggle gypsy-o?"



La voce lo stava trascinando via, fin sopra le scale, sempre più in alto. Aveva ormai superato diversi piani. Non ne era sicuro, ma forse aveva giù superato il quinto. Aveva preso uno strano passaggio, si era ritrovato fuori. Non si rendeva conto di quanto strani e inusuali fossero le stradine misteriose che stava percorrendo. Noah nemmeno le conosceva. Eppure quella musica lo guidava, senza il minimo indugio, tra i segreti del castello.


"What care I for my goose feather bed
for my blankets strewn so comely-o?
Tonight I lie in a wide open field
in the arms of a raggle taggle gypsy-o"

"Tell me, How could you leave your house and your land?
how could you leave your money-o?
How could you leave your only wedded Lord
all for a raggle taggle gypsy-o?"



La ballata stava per terminare, Noah se lo sentiva, ma senza sapere il perché. Non controllava il proprio corpo, ma era cosciente di dover accelerare il passo. Doveva arrivare a destinazione prima dell'ultima parola dell'ultimo verso, pur non conoscendo la meta. Il ragazzo fece una smorfia, ma non oppose più di tanta resistenza. Quel suono soave lo stava cullando fino alla Torre dell'Orologio. Vi entrò dentro. Di solito gli studenti non frequentavano quel luogo, tant'è vero che Noah non ci era mai entrato prima di allora. Le scale parevano fragili, mobili, poco sicure. Ma egli le prese comunque, senza nemmeno tenersi con le mani alle ringhiere. In punta dei piedi si accingeva alla cima di quella torre così magnificente nella sua complessità. Tanti piccoli ed enormi marchingegni che roteavano insieme, con tempi e modi completamente differenti, per un unico, stesso, scopo: mettere in funzione il grande orologio della torre. Una visione completamente utopica, pensò Noah. Bastava guardare come andavano le cose ad Hogwarts. Quando si è molto diversi, non si può lavorare insieme per fine comune; bisogna, inevitabilmente, lottare per la supremazia, per la regola del più forte. La catena della vita funzionava così, d'altronde. Tante piccole catenelle, una più grossa della precedente. Un ciclo che non si poteva interrompere.

"Well, What care I for my house and my land?
what care I for my money-o?
I'd rather have a kiss from the yellow gypsy's lips
I'm away wi' the raggle taggle gypsy-o!"



Con quest strofa la ballata finì, lasciando il giovane con un tremendo senso di vuoto. Egli si affrettò a scuotere il capo cercando di rendersi conto di dove era giunto e soprattutto del perché si trovasse lì. Perché quella melodiosa voce lo aveva condotto fino alla cima di quella torre. Noah si avvicinò alla vetrata enorme dell'orologio. Da lì poteva vedere tutto il castello. I compagni nel cortile parevano piccole macchioline colorate. Non così piccole da parere formiche, ma abbastanza da sembrare uno identico all'altro. Da lassù, non ci sarebbe stata alcuna differenza per chi guardava tra un Serpeverde e un Grifondoro, tra un Mezzosangue e un Purosangue.

Utopia...

Si accinse a pronunciare Noah. Scrollando il capo e aguzzando la vista, nel tentativo di riconoscere, almeno lontanamente, il viso di qualche compagno di casata. La musica ancora balzante nelle sue orecchie. Il cuore che, nonostante la sua freddezza, aveva subito una lieve crepa. Si stava forse davvero rammollendo? Se anche così fosse stato, di certo non lo avrebbe mai mostrato davanti agli altri. Lo avrebbe tenuto per sé. Avrebbe lasciato che la debolezza fuoriuscisse solo quando era sicuro di non avere nessuno nei paraggi. Strinse i pugni, sentendo le unghie poco curate premere sui proprio palmi, e serrò la mascella. Non avrebbe più permesso a nessuno di rivolgersi in modo così impertinente a lui, Noah Edgar Miller. Poteva anche sembrare, dall'alto di quella torre, che non ci fosse alcuna differenza tra lui e un discendente da una famiglia lurida e contadinesca, ma di certo egli sapeva come stavano davvero le cose. E avrebbe fatto qualsiasi cosa in suo potere per inculcarlo anche a quelle menti malate che erano davvero convinte di poter far valicare il suo nobile nome e la sua grandezza d'animo.

Una sciocca, maliziosa e menzognera utopia.

Affermò infine. Questa volta con più durezza e più sicurezza. E fu con quelle parole che congedò, almeno per il momento, quella nobile voce che cantava, forse, solo nella sua testa.
 
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