The door is open, Libera

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Sora Fey
view post Posted on 28/4/2014, 18:24     Top   Dislike




Aveva mal di testa.
Che ci faceva in quel corridoio?
Doveva andare in Biblioteca, a studiare per la lezione del giorno dopo. Probabilmente, il Maestro avrebbe chiesto loro un ripasso sulle cose che avevano già fatto, e aveva bisogno di rileggersi alcune cose, per poter rispondere al meglio. Com'è il motto dei Tassorosso? "Pazienza e duro lavoro"? Invece, lui vagava per l'ala ovest del castello, come se non avesse altro da fare, lì, come un'anima in pena. Ogni tanto barcollava, eppure non si era ammalato. Si era già fatto il suo "raffreddore annuale", come amava chiamarlo.
No, doveva tornare nel dormitorio. Forse era solo stressato per via delle lezioni di quel giorno.

C'è silenzio nella tua testa, Sora


Da dove poteva raggiungere le scale? Quel posto era un vero e proprio labirinto, ma da qualche parte ci doveva essere qualcosa, qualche passaggio, qualche...

Porta.


Porta, quella era una porta. Era forse quella di un Aula? O c'era un passaggio che portava indietro, o ad un'altra zona del castello da cui avrebbe potuto trovare una strada più facile? Non ne aveva idea, ma avrebbe potuto sempre guardare. Spingere il legno scuro e controllare. Gli avrebbe tolto solo due minuti.

Quando una porta non è una porta?


Sora si avvicinò alla grossa porta. Era doppia, una di quelle che solitamente usavano per le aule più grosse. Avrebbe dovuto mettere le mani su entrambe le maniglie, girarle, e spingerle. Solo una questione di due minuti. Solo per controllare se c'era un passaggio.
Poggiò le dita attorno ai due pomelli, per poi spingere, varcando la soglia...
...innevata.
Automaticamente, fece un passo avanti, e poi un altro. La porta, senza che la trattenesse oltre, si chiuse da sola, alle sue spalle, con un rumore ovattato. Sora non si voltò, ma continuò a camminare, un espressione perplessa sul viso, la bocca semi aperta, gli occhi sospettosi e spalancati.
Era all'aperto. Davanti a lui poteva osservare chilometri e chilometri di terreno innevato, e sopra di essi, un cielo così scuro da far credere che il sole non fosse mai esistito. Quando si voltò, vide che la porta sembrava sorgere sul nulla, come un albero, come un masso. Si girò ancora, osservando quel luogo.
"Sono già stato su questa neve..." Mormorò, incredulo.
Improvvisamente, il pianto di un neonato, forte, proruppe nella sua testa. Le mani di Sora corsero alle sue orecchie, e premettero forte contro di esse, per proteggersi dal rumore improvviso.
"Sora?"
Adesso aveva paura. Che cosa stava succedendo? Era un'aula incantata? Era per questo che non usavano l'Ala Ovest? O...
"Sora? Cos'è che tutti hanno, ma nessuno può perdere?"
Il respiro cominciò ad aumentare, mentre si voltava nuovamente, in cerca di quella voce. L'aveva già sentita. L'aveva già sentita in un'altra occasione del genere, nell'oscurità...
"Tutti ce l'hanno ma nessuno può perderla, Sora. Cos'è?"
Sapeva la risposta. Continuava a voltarsi, ma con tutto il corpo. Guardava dritto davanti a se, a destra, a sinistra, davanti e dietro. Guardava in alto. Cercava la fonte di quella voce, ma era solo?
"Cos'è, Sora? Cos'è?"
La voce aumentava di volume, urlava.
"Cos'è? Cos'è? Cos'è?"

Cos'è?


"L'OMBRA!" Urlò Sora, serrando le palpebre. "E' L'OMBRA!"

Apri gli occhi.


Respirava forte. Quando riaprì gli occhi, esitò un secondo, prima di abbassare lo sguardo.
Non c'era nessun ombra sulla neve, neanche la sua.

Scappa, Sora.


Cominciò a correre.
Arrancò sulla neve, girandosi, mentre si lasciava sfuggire un verso spaventato. Non aveva alcuna intenzione di voltarsi. Doveva correre verso la porta, solo verso la porta, quella porta che in quel momento stava tirando verso di se per aprire...

Quando una porta non è una porta?


Il legno si spalancò, e Sora fece qualche altro passo di corsa fuori, prima di fermarsi tutto di un colpo. Il suo volto apparve confuso, all'inverosimile. Si voltò e, prima che le porte si chiudessero nuovamente, poté intravedere un'aula vuota, dietro di lui.
Rimase lì, fermo, senza dire nulla, per un po' di tempo.
Che cosa ci faceva lì? Non era stato, fino a quel momento, nel suo dormitorio, a studiare Aritmanzia?
Non era stato, fino a quel momento, nella Torre di Grifondoro?
 
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Malcom MacLeod
view post Posted on 8/5/2014, 01:57     Top   Dislike




Era una giornata mnotona quella per Malcom. La voglia di studiare era inesistente e non c'era un bel niente d'altro che potesse fare. Non gli sarebbe dispiaciuto fare qualche esercitazione, ma la magia gli faceva il mal di stomaco solo a pensarla e gli facevano ancora male i muscoli dall'esercizio del giorno prima.
Era uno di quei giorni dove non va di fare un bel niente e quello che invece si vorrebbe fare non si può per un motivo o per l'altro. Una noia terribile.
Cosi, non sapendo che fare, Malcom aveva preso a vagabondare per il castello. Sempre meglio che passare ore a fissare il soffitto, giusto?
E poi, come dicevano là, il castello di Hogwarts era un posto che valeva la pena di visitare!
Proprio in quel momento Malcom si chiedeva chi fosse stato a dire una fesseria simile. Gli sarebbe piaciuto tirargli il collo.
"Dove diamine sono finito?" chiese tra sè, mentre camminava pigramente, le dita incrociate dietro la testa, per un corridoio più deserto di una brughiera nebbiosa. Gli pareva di essere finito in un altro posto, di aver abbandonato l'affollata scuola piena di tizi di tutti i tipi, molti anche strani, per entrare in qualche palazzo dimenticato da tutto e tutti.
Non che gli dispiacesse, ormai si era abituato a quel tipo di ambientini allegri, ma si chiedeva quanto ci avrebbe messo a tornare alla sua stanza. Cominciava ad avere appetito...
Stava giusto pensando a quella pagnottina calda che aveva trafugato dlala mensa per le situazioni d'emergenza, quando qualcosa si mosse nel suo campo visivo.
Malcom si fermò e aggrottò le sopracciglia, perplesso. Un ragazzo era apparso al centro del corridoio. Eppure gli era parso non ci fosse nessuno... che si fosse sbagliato?
Confuso e curioso, si avvicinò, osservando l'alunno apparso, forse, non ne era certo, poteva benissimo stare lì anche prima, dal nulla. Aveva un'aria sbigottita e fissa, di uno a cui hanno appena confidato che sua nonna è in realtà un poderoso guerriero del nord, o qualcosa del genere.
Malcom gli si fermò a qualche passo di distanza, leggermente perplesso. Guardò nellla stessa direzione che quello stava guardando. Fissò il muro, trovandolo uguale a qualsiasi altro muro di quel posto enorme, decisamente non degno di rimanere esterrefatti, e tornò a guardarlo.
Avrebbe dovuto dire qualcosa? Supponeva di si.
"Hai la faccia di uno che si è preso una randellata in testa" commentò.
 
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Sora Fey
view post Posted on 14/5/2014, 16:08     Top   Dislike




Okay, non era la prima volta che si sentiva strano, aveva passato l'intero quinto anno fra una stranezza e l'altra, ma non era mai successo qualcosa del genere. Ogni tanto dimenticava dei particolari di quello che faceva, piccoli dettagli che volavano via col tempo, così inutili da non essere presi in considerazione, ma non aveva mai avuto una perdita di memoria così a lungo termine.
Gli era già successo di fare certe azioni, o di camminare come se non fosse veramente lui a muovere il corpo, come se fosse uno spettatore passivo di quello che gli succedeva, ma si trattava di sbadataggine, di avere la testa fra le nuvole e non pensare esattamente a cosa stesse facendo. Sopratutto quando era più piccolo Sora era sempre stato sbadato, perso nei suoi pensieri, in un mondo completamente suo. Non era una cosa anormale.
Ma quello che era successo quel giorno era a dir poco assurdo.
Era alla Torre di Grifondoro, seduto su una delle poltrone davanti al caminetto. Quegli idioti di Potter e Black avevano appena finito di urlare qualcosa in Sala, e finalmente avevano lasciato tutti in pace a studiare, scappando via nei corridoi per organizzare chissà quale scherzo. Si era dedicato al suo Tema di Pozioni, sapendo che Lumacorno si aspettava da lui un bel recupero dopo la D dell'altro giorno...e poi eccolo lì. In un corridoio. No, non un semplice corridoio: non era mica l'Ala Ovest quella?

Che cazzo ci faceva nell'Ala Ovest?

C'era qualcosa che non andava in tutto ciò che stava accadendo. Non solo il lasso di tempo che non ricordava: c'era qualcos'altro di strano anche nel suo corpo. Si sentiva più basso, più...più agile, non sapeva, era una sensazione così strana...e aveva un peso sulle spalle.
Alzò lievemente la mano, andando a tastare ciò che aveva...e incontrando una strana stoffa leggera. Fece una giravolta, osservando un mantellino aggrappato alle sue spalle muoversi insieme a lui...
Quando se l'era messo? No, tutti i suoi vestiti erano cambiati, come se Carnevale fosse stato anticipato a Novembre, o Halloween posticipato...era quello, ciò che volevano organizzare i cosiddetti "Malandrini"? Avevano preso uno dei costumi della settimana prima, di Halloween, e glielo avevano messo addosso?
Ma che senso avrebbe avuto? No, non aveva alcun senso, anche perché loro davano fastidio sopratutto ai Serpeverde, e lui era un Grifondoro proprio come loro!

Perché le sue mani erano piene di graffi e così sporche...?

Una voce maschile lo distolse dai suoi pensieri e Sora alzò lo sguardo, sobbalzando un pochino per lo spavento. Davanti a lui c'era un ragazzo, che doveva avere circa la sua età. Forse un anno in più, diciassette anni...?
Era vestito anche lui in maniera strana, abiti che aveva visto solo in televisione, molto simili a quelli che si usavano nel mondo magico, ma allo stesso tempo molto differenti.
Nonostante avesse parlato inglese senza dubbio, il suo accento era stato decisamente strano, diverso. Certo, lui era Irlandese e dunque tutti gli accenti della Scozia, dell'Inghilterra e del Galles gli sembravano strani, ma questo era completamente diverso.
Che fosse uno studente straniero...? Magari Americano, anche se sapeva che lì si trovavano altre scuole.
Una cosa gli fece inarcare le sopracciglia: su quei vestiti c'era il simbolo di Grifondoro. Ma Sora non aveva mai visto quel ragazzo nella Sala Comune. Certo, Sora in realtà aveva passato, prima di incontrare Roxas, tre anni completamente da solo, e anche dopo faceva fatica a mantenere dei rapporti civili d'amicizia, ma si ricordava comunque delle facce.
Quel ragazzo...non era sicuramente al suo anno. Forse all'ultimo? O al quinto? Al quarto c'era sua sorella e onestamente monitorava con lo sguardo tutti i ragazzi che si avvicinavano a lei, e poi non poteva essere più piccolo di lui.
Sta di fatto che non l'aveva mai visto, mai.
Forse era nuovo?

"Non capisco." Gli rispose, abbastanza perplesso. Fu contento di notare che almeno la sua voce non era cambiata: aveva conservato il suo accento irlandese e il suo timbro vocale. "Io...non ero qui. Ero nel Dormitorio di Grifondoro."
 
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Malcom MacLeod
view post Posted on 15/5/2014, 21:37     Top   Dislike




Ok, non poteva dire di averne visti molti di scombinati in vita sua, ma se gli avessero chiesto come se li immaginava avrebbe sicuramente dato la descrizione di quel ragazzo che si era ritrovato davanti. Occhi larghi come uova, faccia di chi ha appena visto un muro scappar via, aveva fatto una faccia stupita pure guardandosi i vestiti.
Malcom alzò un sopracciglio. Ma chi diavolo aveva incrociato?
Non disse niente quando quello cominciò a guardarlo quasi fosse un albero parlante. Si chiedeva se avesse dovuto piantarlo lì e andarsene... però era l'unica persona che aveva incontrato fino a quel momento in quell'ala. Magari sapeva come uscirne, tra uno sguardo stupefatto e l'altro, forse.
Non che ci tenesse molto ad affidarsi a un tizio dall'aria svanita come quello però non si poteva dire avesse molta scelta.
Il filo dei suoi pensieri venne interrotto dalle parole dell'altro. Malcom non aveva idea di cosa pensare, a parte il fatto che a quel tipo doveva essere successo qualcosa di strano, tipo un grosso libro che gli era atterrato in testa o qualcosa del genere.
Comunque, sembrava innocuo.
"Siamo a Hogwarts" disse, facendo spallucce. "Ti si sarà aperta sotto una botola, oppure qualche fantasma ti avrà steso e portato qui, boh". Sollevò le braccia e intrecciò le dita dietro la nuca. "Dì un po', non sai la strada per la sala grande? A furia di girare, mi sono perso" disse e incrociava le dita sopr ala speranza di avere fortuna.
 
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Sora Fey
view post Posted on 30/5/2014, 19:17     Top   Dislike




Sora guardò il ragazzo con un'espressione ancora più confusa. Okay, non era un esperto dei passaggi segreti di Hogwarts, ma per niente proprio, ma si rendeva conto di certe cose.
"Se mi avesse portato qui una botola, me ne sarei accorto!" Protestò, cercando di ragionare. "Ero seduto! E se fossi caduto dalla poltrona, beh, anche in quel caso me ne sarei accorto. Per quanto riguarda un fantasma, mi sarei accorto ANCHE in quel caso di qualcuno che mi stendeva, anche perché adesso non mi sono svegliato."
Sospirò. "Inoltre, Nick-Quasi-Senza-Testa non era neanche nel dormitorio!"

L'irlandese incrociò le braccia, fissandolo torvo per le sue affermazioni. Okay che era un Grifondoro, e non un corvonero come Roxas o Sage...ma non era così stupido.
Ma, a quanto pare, lo stereotipo dell'idiota rosso oro da qualche parte doveva pur venire.
Intanto, la sua mente si faceva attiva ogni secondo di più, mentre la sua confusione cominciava a svenire. Si sentiva più lucido, adesso, anche se continuava a non capire come avesse fatto ad arrivare lì.
E l'altro Grifondoro continuava a fare domande idiote.

"No, amico, non so dov'è la Sala Grande." Gli disse, sarcastico. "Ci ho solo mangiato tre volte al giorno per quasi sei anni, certo, ma non importa. Andiamo, seguimi."

Si voltò, sbuffando, cominciando a camminare, facendogli un cenno per indicargli di seguirlo.
"Sei nuovo?" Gli chiese, mettendo le mani in tasca...anche se le tasche di quei pantaloni erano strane. E ruvide. "Vieni da Durmstrang? Beauxbaton? Qualche strana scuola in America?"
 
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4 replies since 28/4/2014, 18:24   88 views
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