| Katherine rimase assorta nei propri pensieri, ascoltando attentamente Ares che parlava. Si trovava concorde con lui su qualsiasi cosa, era innegabile che sotto vi fosse qualcosa, lo aveva pensato da quando quegli strani profughi avevano messo piede nel castello. I suoi dubbi si erano intensificati sentendo che costoro, ricoperti di stracci, venivano a reclamare nomi di grandi, nobili casate. E ora, le pagine che riguardavano quelle stesse casate scomparivano direttamente dai libri, strappare per celare quella che evidentemente era la condanna di quei profughi. - Allora, forse, dovremmo prenderle. - Alzò lo sguardo su Ares, gli occhi scuri che le brillavano. Se fossero riusciti a mettere le mani su quelle pergamene, se avessero dimostrato ad Hogwarts, ai fondatori stessi che quegli accattoni non erano altro che impostori, li avrebbero cacciati, avrebbero avuto la gratitudine delle famiglie più potenti della Britannia e sarebbero stati ricordati per sempre nella Storia di Hogwarts. A cosa potevano aspirare di più due Serpeverde come loro? - Pensateci, Ares! Potrebbe essere la nostra occasione di fare luce su questa faccenda e di entrare nei favori di Lord Salazar in modo permanente! - Era animata da una sorta di impulso selvaggio e indomabile, qualcosa che era molto comune tra i Serpeverde, nonchè tra i risanatori della vera stirpe dei maghi purosangue. A quale missione si sarebbe dedicata di più se non a quella che il suo Fondatore riteneva sacra? - So bene che la decisione finale spetta a voi, voglio che sappiate che... Io sarò dalla vostra parte - dichiarò con fervore, senza mai abbandonare i suoi occhi - lo sarò sempre. Qualsiasi decisione prendiate. - Non erano da escludere i rischi: non sapevano contro chi si stavano mettendo, quei profughi potevano benissimo celare segreti di magia oscura (Kat non ne dubitava, erano tanto perfetti ed immuni da poter benissimo sospettare che provvedessero alla loro salute in modi non consentiti). Il suo sguardo si abbassò, inevitabilmente, sulle labbra sottili di Ares, più vicine di quanto si sarebbe aspettata. Non riuscì a fare a meno di chiedersi come sarebbe stato baciarlo... Spostò gli occhi sul libro, deglutendo. Non era quello il tempo ed il luogo: lei aveva promesso di aiutarlo, Ares non doveva pensare che la sua fosse solo una scusa per avvicinarlo e approfittarsi di lui. - Potrei... potrei vederlo? - domandò, titubante, accennando alle pagine. Doveva dargli una prova della sua fiducia. - Mi piacerebbe scoprire di più sulla famiglia di mio padre. Io ed Helèna non ne parliamo molto, e la ragione è che... nemmeno sapevo molto di lui. - Era una cosa molto disagevole da ammettere, ma Ares doveva vedere che lei si fidava di lui. Non l'aveva mai detto a nessuno, non sapere l'esatta discendenza e la notorietà dei natali di un genitore potevano essere molto imbarazzanti, specie per una Serpeverde. Aveva buone ragioni di credere che suo padre non fosse un plebeo od un popolano, no, quello era distante anni luce dalla verità e non si poteva nemmeno prendere in considerazione. Sua madre era troppo illustre, lei ed Helèna troppo nobili, tuttavia quel dubbio la rodeva in modo insopportabile.
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