Alleyways, Dorian

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view post Posted on 16/1/2014, 23:19     Top   Dislike
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Neve. Tanti piccoli fiocchi di neve. Fredda, candida, perfetta. Erin amava, la neve. Aggiungeva magia ad ogni cosa, soprattutto a quel luogo incantato che era Hogwarts.
Sbuffi di vento arrivavano pigri fino a lassù, portando con loro quella bianca polvere gelida. Dai tetti, la Corvonero riusciva ad intravedere il parco di Hogwarts, ricoperto da un manto bianco, ed il Lago Nero, ghiacciato a causa della rigida temperatura, anche se in modo confuso a causa della fitta nebbia che invadeva da giorni Hogwarts insieme alla neve. Anche il cielo, seppur non fosse ancora passato il primo pomeriggio, sembrava grigiastro, di un grigio tanto chiaro da confondersi col colore della neve.
La Caulfield aveva deciso di passare così la sua domenica: a riflettere. E quale luogo migliore se non quello più alto del castello, dove poca gente, se non nessuno, ci arrivava?
Le gambe inchiodate sul petto, le braccia che circondavano e la testa sopra alle ginocchia, il naso arrossato a causa del freddo ingente di Gennaio, le dita senza più sensibilità e i fiocchi candidi fra i suoi capelli scuri. Erin non sapeva, da quanto tempo fosse così. Potevano essere passati minuti quanto ore, dal canto suo, ma spesso aveva bisogno di periodi di solitudine, periodi che le servivano per pensare. Non sapeva nemmeno lei, a cosa pensare, dipendeva dalla situazione, dall'umore che aveva quel giorno, dai fatti che aveva vissuto poco tempo prima... Spesso si poneva domande esistenziali, puramente teoriche o astratte. Capitava, tuttavia, che fossero pensieri concreti, anche se lo stesso dirlo era una contraddizione. A volte le affioravano in testa ricordi della sua infanzia di cui nemmeno ricordava l'esistenza, oppure pensava a come sarebbe stato il suo futuro, o spesso nemmeno pensava davvero su ciò a cui stava riflettendo. Si perdeva ad osservare il paesaggio o il cielo, la mente vuota. Ed era quello uno di quei momenti. Era così intenda a cercare di individuare la forma di ogni fiocco che vedeva che non sentì il rumore dei lenti passi sulle tegole che si stavano avvicinando a lei.
 
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Dorian Axel Evergreen
view post Posted on 17/1/2014, 13:21     Top   Dislike




A Dorian non piaceva ammetterlo, ma nutriva un profondo amore per la neve. Per quanto non gli piacesse il freddo e sentirsi i vestiti bagnati, la neve lo metteva incredibilmente di buon umore: era bella, aggraziata, elegante e...magica.
Era salito sui tetti perchè era curioso di vedere come sarebbero stati il parco e la foresta e soprattutto il lago ghiacciato visti dall'alto dei tetti del castello.
Solo dopo qualche minuto si accorse di non essere solo, di aver violato la solitudine di qualcuno. Qualcuno che se ne stava completamente immobile, rannicchiato e evidentemente infreddolito.
Dorian si avvicinò alla ragazza, cauto.

"Mia signora, si sente bene?"

si preoccupò, gettandole il suo mantello sulle spalle e esibendosi in un piccolo inchino.
Sapeva che ad Hogwarts non erano necessari quei convenevoli, ma da ex servo che era, per quanto si preoccupava che nessuno lo sapesse, non riusciva proprio a togliersi il vizio.
La sua fortuna è che essere stato servo di una famiglia prestigiosa e giusta come gli aveva dato l'opportunità di vivere molto da vicino la vita dei nobili. Sapeva molto su come le persone normali si comportavano e occuparsi delle gemelle Corvonero, delle quali era praticamente coetaneo, in questo l'aveva aiutato.
Alla fine, quel suo comportamento risultava solo molto educato, ma nessuno fino allora aveva avuto modo di scoprire da dove proveniva in realtà.
Inclinò la testa su di un lato, continuando a guardare la ragazza.

 
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view post Posted on 17/1/2014, 20:21     Top   Dislike
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Una voce maschile la riportò nel luogo in cui si trovava fisicamente. L'irlandese sbatté un paio di volte le palpebre, prima di ricollegare tutte le idee, e nel frattempo un mantello si posò sulle sue spalle. Erin alzò lo sguardo, notando il giovane che le aveva parlato. Se si sentiva bene? In un primo momento, la Caulfield non capì il perché di quella domanda. Poi si accorse che stava battendo ritmicamente i denti, e capì di aver freddo. Troppo, freddo. Sciolse una mano da quell'insolito abbraccio, e l'allungò davanti a se, per poi avvecinarla all'orlo del mantello. Strinse lentamente la stoffa. Per quanto le riguardava, quel mantello poteva essere fatto di qualunque materiale. Velluto, lana, seta... I suoi polpastrelli non l'avrebbero capito.
Penso di si... mormorò osservando il ragazzo. Il suo sguardo chiaro, quasi certamente grigio, dato il colore del paesaggio, inizialmente soffermatosi sul suo viso, riuscì poco dopo a squadrarlo interamente. Subito si accorse che, probabilmente per favorire lei, si era privato del suo mantello. La Caulfield alzò il sopracciglio sinistro.
Siete sicuro, di non avere freddo? domandò, l'alito caldo che creava una piccola nube di vapore ogni volta che apriva la bocca, anche se la sua voce poteva risultare fredda quanto la temperatura esterna. Non aveva aggiunto questa gelida vena al suo tono intenzionalmente, tuttavia, ma era solo una questione di abitudine, l'abitudine di mantenere le distanze con ogni persona. Si poteva dire che questa fosse onnipresente quando parlava con chiunque non fosse il fratello maggiore. O quasi.
Il mio nome è Erin, comunque. Erin Isabelle Caulfield. si presentò al ragazzo inclinando lievemente il capo. Lo sguardo chiaro si spostò poi sul paesaggio.
 
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Dorian Axel Evergreen
view post Posted on 25/1/2014, 16:39     Top   Dislike




Si strinse nelle spalle.
Aveva freddo? In fondo era piuttosto abituato a sostenere quelle temperature, e poi non avrebbe mai privato una fanciulla del mantello solo per poter stare più al caldo.

"Quando avrò freddo tornerò dentro"

la tranquillizzò, sorridendole.

"Io sono Dorian Evergreen, è un piacere"

si presentò, lievemente imbarazzato. Avrebbe voluto sedersi, ma immaginava che la ragazza avesse scelto quel posto per rimanere da sola e tranquilla: aveva decisamente interrotto qualcosa.

"Ti dispiace se rimango per un po'?"

chiese con cortesia, allungando lo sguardo verso la foresta proibita.

 
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view post Posted on 25/1/2014, 17:40     Top   Dislike
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L'irlandese annuì leggermente, con gli occhi ancora sull'orizzonte, quando il ragazzo la tranquillizzò dicendo che, se avesse avuto troppo freddo sarebbe tornato dentro al castello. E si presentò come "Dorian Evergreen, è un piacere." Ecco, la Corvonero non riusciva a capire quel modo di dire. Come faceva ad essere un piacere, se conosceva solo il suo nome? Comunque, Erin tornò ad annuire, ancora persa nel paesaggio imbiancato dalla neve candida. Altre parole uscirono dalla bocca del ragazzo, parole che fecero girare il capo alla ragazza, che si mise a squadrare Dorian, anche se questo aveva lo sguardo rivolto alla foresta proibita.
Anche se mi dispiacesse, avrebbe tutto il diritto di rimanere. osservò la Caulfield, prima di riportare gli occhi azzurri verso il Lago Nero.
Comunque no, nessun disturbo. aggiunse alzando leggermente le spalle, i piccoli fiocchi che cadevano pigri. La natura, così silenziosa, magica e menefreghista nei confronti degli esseri umani. L'affascinava, tuttavia, quel disinteresse. Rendeva la Natura degna di attenzioni. Era il disinteressamento del potente. Perché cos'era, la vita di un uomo in confronto all'immortalità di quel ciclo? Un nonnulla, ecco la verità.
È bellissima. espresse quel pensiero a voce alta, come se fosse da sola. Ma comunque, bisognava essere ciechi, per non notare il fascino della neve.
 
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Dorian Axel Evergreen
view post Posted on 25/1/2014, 17:58     Top   Dislike




Alzò appena un sopracciglio, un po' infastidito dalla risposta della ragazza. Da quanto essere cortesi era diventato così raro?
Si sedette, lasciando un po' di spazio fra lui e la ragazza, tornando con lo sguardo alla foresta, ammirando la neve che scendeva piano, leggera, elegante.

"Si, lo è"

concordò Dorian, pensando che alla fine dei conti, Hogwarts era splendida, che anche la neve sembrava più bella quando decorava il castello, più di quanto non avesse mai notato.

"Da dove proviene, Erin?"

 
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view post Posted on 25/1/2014, 18:19     Top   Dislike
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Dorian concordò con lei, sulla neve. Ancora un movimento affermativo col capo. Incastrò il mento fra le gambe, poco prima di poggiare la guancia sulle ginocchia, la testa inclinata verso il ragazzo, che si era seduto non troppo distante da lei. Il vento freddo le solleticò il mento, e improvvisamente si ricordò, ricordo probabilmente derivato dalla domanda del ragazzo, della sua casa, della sua Irlanda. L'Irlanda era sempre stupenda, che fosse estate o inverno, primavera o autunno. Adorava sia la vegetazione rigogliosa e i verdi prati che si presentavano nei mesi più caldi che il manto innevato in quelli più freddi che la giovane erba color giada punteggiata di fiori di ogni colore che si poteva ammirare in primavera. Ma forse era un po' di parte. Del resto ogni persona vede stupenda la propria casa, o almeno così pensava la Caulfield.
Dall'Irlanda. rispose, un sorriso formatosi sulle sue labbra anche solo nel nominare la sua patria. Le sarebbero parse superflue tutte le parole che avrebbe trovato per descrivere l'Irlanda. Bisognava vederla, le descrizioni non sarebbero state all'altezza della sua bellezza.
E poi affiorò nella sua mente anche un'altra immagine. Prati viola, profumi inebrianti. La sua seconda casa. La Provenza.
Anche se mia madre è francese. rettificò.
Voi, invece? domandò a Dorian.
 
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Dorian Axel Evergreen
view post Posted on 27/1/2014, 15:17     Top   Dislike




"Irlanda"

ripetè Dorian con un sorriso incerto. Chissà quanto doveva essere bella. Chissà come tutto doveva essere bello, al di là della piccola città che Dorian conosceva.

"Se mai un giorno riuscirò a viaggiare, andrò a vederla: mi piacciono i posti freddi"

disse il ragazzo, più a se stesso che alla Corvonero.

"Io provengo da un piccolo paese nei pressi di Londinium. Niente di speciale"

sospirò, poggiando le mani poco dietro il busto e portandovi il peso sopra, assumendo così una posizione leggermente incurvata all'indietro.

"E la Francia, invece, com'è?"

chiese curioso, continuando però a guardare il paesaggio.

 
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view post Posted on 27/1/2014, 20:54     Top   Dislike
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Erin spostò lo sguardo verso il lago, di nuovo.
Tutte le case sono speciali, a modo loro. considerò. Perché il luogo in cui nasci, in cui cresci, è parte di te, e non ce lo si dimentica molto facilmente, o almeno quel pensiero era scaturito nella mente della Corvonero. Ricordava ancora gli abbracci scambiati con la sorella durante l'infanzia, i discorsi filosofici al chiaro di luna sul balcone della stanza di Thierry, le critiche giocose che si scambiava con Finn. E poi la sua prima vera cavalcata, le grida isteriche della balia, gli ammonimenti del padre... Erano quelle piccole cose, quei piccoli ricordi, che rendevano veramente speciale l'Irlanda.
Dorian, poi, le chiese come fosse la Francia. Ancora una volta, per descriverla, si fece strada quell aggettivo. Speciale. Ma era una cosa troppo personale, il ragazzo avrebbe potuto non capire.
È… splendida. si limitò a dire la Caulfield. Come per l'Irlanda, spiegare il paesaggio della Provenza sarebbe stato un insulto alla sua bellezza.
Non voglio sprecare il vostro tempo in ciarle sulla bellezza della patria di mia madre, che comunque sarebbero vane. Sia l'Irlanda che la Francia devono essere viste di persona, per poterle capire.
 
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Dorian Axel Evergreen
view post Posted on 2/2/2014, 17:02     Top   Dislike




"Beh, si, a modo loro"

si strinse nelle spalle. Speciale non era proprio il termine adatto, ma a suo modo casa sua aveva lasciato il segno. Era anche vero che non si era mai sentito veramente a casa, visto che aveva continuato ad abitare le case degli altri e a lavorare per loro. Il concetto di casa per Dorian era pressochè sconosciuto.

"Mi auguro dunque di riuscire a vederle, un giorno o l'altro"

ribattè distogliendo lo sguardo dalla foresta e osservando la ragazza. Diciamo che non era fra le persone più loquaci che avesse mai incontrato. Il che lo metteva non poco in difficoltà: a Dorian piaceva parlare, scherzare, sapere le cose, mentre Erin non sembrava troppo predisposta alla conversazione.

 
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view post Posted on 2/2/2014, 17:50     Top   Dislike
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Tenendo lo sguardo sul lago, Erin annuì, sia al proposito del ragazzo di andare sia in Irlanda che in Francia sia per quando le aveva dato ragione, anche se nemmeno lui sembrava sicuro delle sue parole.
Comunque, appartengo alla casata di Rowena Corvonero. disse distrattamente. Non adorava, parlare di se, e forse non amava parlare in generale, se non si contavano i dibattiti filosofici inutili e privi di significato. Ma allo stesso modo odiava quei silenzi pieni di tensioni e della consapevolezza di essere in imbarazzo e di farlo notare anche al proprio interlocutore. Tenne tuttavia gli occhi chiari sul lago, osservando la piega sinuosa delle sue sponde e la lastra di saldo ghiaccio, che comunque era capace di rompersi, talvolta.
Voi? chiese, non con un particolare interesse, ma proprio perché era decisa ad evitare il silenzio.
 
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Dorian Axel Evergreen
view post Posted on 2/2/2014, 20:02     Top   Dislike




Lady Corvonero era in assoluto la Fondatrice che preferiva. Era bellissima, statuaria, sicura di sè...ed era stata la sua padrona più gentile e magnanima. Inoltre, Dorian nutriva un affetto smisurato sia per lei che per entrambe le sue figlie. In effetti aveva sperato di essere scelto nella sua casata, ma era improbabile che Rowena Corvonero si ricordasse del suo servo, anche perchè dopo l'incendio non si erano mai più visti.
Comunque, la storia della servitù non aveva più importanza, perchè Dorian non aveva intenzione di parlarne mai più.

"Io invece faccio parte della casata di Sir Grifondoro"

disse fiero. Godric era un uomo tanto potente quanto buono, e Dorian lo stimava moltissimo.

"Quindi ho davanti una mente brillante"

disse sorridendo, tornando con lo sguardo sul paesaggio lontano: il lago ghiacciato, la foresta innevata.
Si accorse di avere tremendamente fame, e l'immagine delle cucine e si fece spazio nella sua mente. Un bel pezzo di torta...

 
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view post Posted on 2/2/2014, 21:10     Top   Dislike
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Erin sorrise leggermente, quando Dorian fece quella considerazione sulla sua mente. "Allora mi trovo al cospetto di una persona che tiene poco alla sua vita", avrebbe potuto rispondere dando voce al pregiudizio che aveva maturato sui Grifondoro. Ma non poteva di certo giudicare il ragazzo solo in base ad un luogo comune. Non poteva generalizzare. Per contro, dato che lei era una Corvonero, avrebbero potuto giudicarla come una persa nei suoi pensieri e nei meandri della sua mente tanto da considerare poco gli altri esseri umani, e mai considerazione poteva essere più giusta. La cosa, tuttavia, non era univoca. Erin era anche qualcos'altro, e odiava quando gli altri la giudicavano solo per la facciata che lei dava di se. Cosa irrazionale, forse, ma molte cose non avevano una spiegazione, e la Caulfield non era di certo perfetta.
Dovreste, penso di si. disse la Corvonero alzando leggermente il sopracciglio sinistra, persa nei suoi pensieri.
Anche se io non sono nessuno, per giudicare la mia mente. ecco, quella era una cosa piuttosto strana, da sentir dire, così strana che forse Dorian non avrebbe capito. Ma secondo la Caulfield, chiunque riuscisse a comprendere la propria mente, a conoscere profondamente se stesso, avrebbe ricevuto la pace interiore, cosa che di certo non era presente in Erin. Così, forse, sembrava una frase uscita dalla bocca di un monaco stilita, ma Erin non trovava un modo migliore per sintetizzare quel pensiero.
E voi, invece? Avete le doti che ricerca ser Godric? domandò, spostando lo sguardo dal lago al viso del ragazzo.
 
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Dorian Axel Evergreen
view post Posted on 3/2/2014, 12:19     Top   Dislike




Sghignazzò, passandosi distrattamente una mano fra i capelli per toglierseli da davanti al viso.

"Credo che nessuno conosca la sua mente fino in fondo, no?"

Non aveva molta esperienza in materia, nè molti amici per poter confermare la sua teoria o dimostrare il contrario. Ma gli era capitato mille volte di trovarsi in situazioni in cui gli altri puntualmente capivano meglio di se stesso quello che voleva o che pensava e non poteva essere semplicemente un caso.
Inclinò la testa alla domanda della ragazza. Possedeva le doti che Godric Grifondoro cercava? Non ne aveva idea. Inizialmente aveva pensato di no, ma pian piano si era trovato a portare alto il nome del suo fondatore e a scoprire qualità che non sapeva di avere.

"Cuore puro e coraggio? Se avremo l'opportunità di conoscerci più a fondo lo lascerò decidere a voi; personalmente non credo di saperlo"

disse con un sorriso appena un po' imbarazzato. Sembrava uno stupido a rispondere in quel modo, ma dire di si o di no avrebbe fatto di lui un bugiardo.

 
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view post Posted on 3/2/2014, 15:01     Top   Dislike
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Dorian aveva colto appieno il suo pensiero, o almeno così credeva l'irlandese.
Esattamente. annuì. Per la Caulfield, chiunque dicesse di conoscere bene la propria mente era ridicolo, infantile e dimostrava una profonda stupidità. "Il colto pensa di non sapere mai niente, ha sempre desiderio d'imparare cose nuove. Lo stolto pensa sempre di aver appreso tutto ciò che gli serve dalla vita." le aveva detto una volta suo padre, e quella frase le sarebbe rimasta in testa per tutta la vita. Questa, volendo, si poteva adattare anche a quella situazione, quando per conoscenza s'intendeva quella della propria mente.
Persa nei suoi pensieri, nuovamente la voce del ragazzo le fece battere le palpebre, riportandola al presente. Il suo sopracciglio sinistro si arcuò maggiormente, alzandosi. Un sorriso sarcastico le deformò le labbra, mentre ancora lo sguardo era rivolto verso il lago.
Acuto, ser. disse. In effetti, il suo pensiero poteva valere anche per quanto riguardava il conoscere se stessi senza mettere in mezzo la mente, capire il significato delle proprie azioni.
Tuttavia, spero di non dover ricorrere troppo spesso al vostro coraggio e al vostro cuore puro, naturalmente ponendo la condizione che questi siano presenti. continuò, portando gli occhi chiari sul viso del ragazzo.
Penso che Grifondoro non sarebbe mai stata la casata adatta per me, nemmeno se avessero sbagliato accidentalmente. Il coraggio non è di certo una delle doti più presenti, in me.
 
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