Un castello ancora troppo grande., Xavier.

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view post Posted on 29/9/2013, 21:19     Top   Dislike
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Illyria passeggiava tranquillamente per i corridoi del quinto piano. Era stata una giornata piacevole, tutto sommato, le lezioni le stavano davvero interessando e pian piano lei cominciava ad abituarsi alla sua nuova casa. Non era stato così facile, in principio: era stato un bel salto di qualità rispetto alla fattoria dove prima aveva vissuto, tra l'asservimento ai due padroni, le corse di prima mattina, le domande continue sui propri genitori e il desiderio di libertà.

La pace non è cosa facile da accettare.



Ora era libera, non doveva più nulla a nessuno e poteva addirittura attardarsi in biblioteca a leggere. Si, perchè Illyria aveva imparato a leggere, ed era la cosa più sensazionale che le potesse mai accadere. Non faceva altro che leggere, sia libri di scuola sia tutto ciò che trovava tra le proprie mani; leggeva ogni giorno più velocemente e aveva promesso a se stessa che avrebbe letto tutti i libri della biblioteca di Hogwarts.

La mente non accetterà mai di nutrirsi a sufficienza.



Voltando l'angolo, si rese conto di essersi perduta; era l'ennesima volta che le succedeva, quella settimana. Non era ancora riuscita a memorizzare la mappa del castello, e anche se ci provava, c'erano così tanti corridoi, così tante stanze e così tanti posti nuovi...
Smarrita e un pò spaventata, Illyria si guardò intorno tormentandosi l'orlo divisa scolastica e mordicchiandosi le labbra sottili, come faceva sempre quand'era nervosa. E adesso?
 
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Il corridoio del quinto piano, uno dei tanti corridoi del castello, si allungava per molti metri sdoppiandosi e perdendosi nei meandri dell'edificio, per poi ricongiungersi in un'unica via. Aule e ripostigli trovavano la loro collocazione lì, come decine, anzi, centiaia di finestre che gettavano dei lunghi sguardi sul parco di Hogwarts, sul lago e sulla foresta proibita.
Lo conosceva a memoria, i passaggi più veloci, le aule, i quadri. No, gli era sembrato di conoscerlo, in un'altra vita, perchè adesso non era più capace di farlo. I quadri e le armature avano cambiato disposizione e sopratutto i primi non riusciva a riconoscerli: semplici e piatti, mancavano tutti i quadri rinascimentali con dame che suonavano arpe o salotti del Settecento abbelliti con strimpellanti clavicembali. Quadri medievali o di epoche ancora precedenti, nulla di più. E la cosa peggiore era che non li ricordasse, come se non li avesse mai visti. Era possibile che nei secoli fossero stati gettati via in un qualche deposito per lasciare spazio ad altri nuovi che erano invece quelli che ricordava? Questa possibilità, se non smentita, lo avrebbe fatto impazzire. Anzi, si sentiva già perso e confuso. La sua mente, da settimane, non faceva altro che pensare sempre alla stessa cosa: tornare a casa, trovare un modo per farlo... o per lo meno comunicare. E lui aveva pensato ai quadri, gli unici lì dentro che avrebbero potuto tramandare forse un messaggio a distanza di tempo... li avrebbe incantati per farlo se avesse avuto la certezza che qualcuno del suo tempo avesse potuto scovarli, ma adesso ciò sembrava impossibile.
Non tornerò mai più a casa. E' finita.
La positività e la speranza si affievolivano giorno per giorno, cambiandolo. Adesso fissava con occhi vacui un quadro rappresentante un paesaggio scozzese, ma non lo vedeva sul serio. Si chiedeva che senso avesse quel che era capitato, cosa ci si sarebbe aspettato da parte di tutti loro, da parte sua. Andare avanti con la rassegnazione nell'animo? O andare avanti con accettazione? O con rabbia. Ricordava di averla già provata in quel modo così asfissiante alla morte di suo padre: era finita e lui non sarebbe più tornato dai suoi cari. Ma adesso era diverso perchè non si trattava di dover accettare la morte, evento che presto o tardi sarebbe capitato a tutti e che in un modo o nell'altro può essere superato. Adesso quello sembrava un baratro e al diamine i fondatori, lo stesso Serpeverde e tutte le presunte bellezze di un'epoca così affascinante per la storia che avevano studiato in "Storia di Hogwarts". Non c'era nulla da cui trarre beneficio. Era finita. Lui stesso non sembrava esistere più come una volta, c'era qualcosa di diverso che alcune settimane prima lo aveva spinto a suggerire a Roxas Gadwyn il cancellamento della memoria come soluzione ai suoi drammi esistenziali da grifondoro incompreso. Anzi, aveva persino fatto cenni di un'altra eventuale estrema scelta...
Xavier sbattè gli occhi una volta, un passo indietro, poi due. Diede le spalle al paesaggio, iniziò a camminare, ma a pochi metri si fermò, tornò a girarsi verso il ritratto, ma questa volta aveva la sua bacchetta in mano. Se la rigirò tra le dita per pochi attimi, ma poi la puntò in direzione della tela. Fu un movimento netto e veloce e la tela si squarciò in due parti, mentre la rabbia del Corvonero eplodeva in una sola formula.
"Diffindo!"
Quella tela distrutta non lo fece sentire meglio. Razionalmente non vi era un motivo per spiegare il perchè di tale gesto. Lo aveva fatto e basta, il resto non importava.
Si voltò di nuovo, questa volta con l'intento di non tornare più indietro, percorse alcuni metri e solo allora alzando lo sguardo incrociò un'altra persona. Aveva visto? Cosa? E in caso importava davvero ciò che avrebbe potuto pensare? Presumibilmente... no. Non più.
 
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view post Posted on 29/9/2013, 22:30     Top   Dislike
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Illyria si stava seriamente sentendo come una trottola. Continuava a girare su se stessa ad un crocevia con un altro corridoio, indecisa se inforcarlo oppure tenere la direzione lungo la quale aveva camminato fino a quel drammatico momento. La mano salì a tormentarle le ciocche rosse, lo sguardo decisamente perso e spaventato; era stanca di spaventarsi così, per poco, alla fine era pur sempre ad Hogwarts, doveva imparare che non le sarebbe successo nulla di grave. Era al sicuro. Si.

Will I find my own way?



Il rumore di uno strappo la fece sobbalzare: proveniva da davanti a lei, a pochi passi. Si avvicinò velocemente, domandandosi cosa fosse successo. Quel rumore non prometteva assolutamente nulla di buono, era qualcosa che si rompeva. Che qualcuno avesse deciso di fare qualcosa di azzardato? Illyria non voleva finire nei guai, nè voleva che qualcuno facesse qualcosa di male agli arredamenti. Non era affatto giusto, era una mancanza di rispetto verso i fondatori che li avevano accolti!

Am I the only one who feels lost and insecure?



Illyria si ritrovò faccia a faccia con un ragazzo, un Corvonero. Era pronta a dirgliene quattro, ma la voce le morì in gola; era uno di quello strano gruppo di studenti che erano giunti ad Hogwarts durante la cerimonia scolastica d'inizio anno, quelli condotti dal professor Lucis Caelum. Ad Illyria erano sembrati molto strani, c'era qualcosa in loro che la inquietava, qualcosa di indescrivibile.
Illyria guardò gli occhi del ragazzo: sembravano pieni di rabbia e... tristezza?


Look into my eyes: it's where my demons hide.



- Hai... hai strappato tu la tela? -
Domandò Illyria, cercando quindi di acquisire il coraggio necessario per affrontarlo. Non sopportava le persone che distruggevano le cose. Di solito tendevano a voler distruggere anche se stessi. Anche le persone che stavano loro intorno.
 
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view post Posted on 29/9/2013, 23:11     Top   Dislike
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Una domanda e uno sguardo accusatorio erano gli elementi che Xavier si vide rivolgere dalla ragazza che era arrivata a disturbare la sua solitudine e la sua... voglia di perdersi. Il Corvonero fissò gli occhi scuri sulla ragazza, sicuro di non averla mai incrociata prima nè di aver discusso in qualche modo. Non aveva avuto molti contatti con gli studenti indigeni di quel tempo e francamente si chiedeva il motivo per cui avrebbe dovuto cercarlo: già ai suoi di tempi stava lontano dai suoi compagni. Adesso avrebbe fatto il contrario? E per cosa, per disperazione? No. Non gli importava, non c'era nessuno che potesse aiutarlo, dunque tanto valeva ignorarli.
"Ha importanza?"
Rispose con queste due parole ed una voce così profonda e seria che lo stesso Xavier stentò a riconoscere. Oh sì era la sua, quello era il suo solito timbro, la sua solita altezza tonale, ma una qualche nota era diversa, non stonata, ma... nuova. Gli occhi del Corvonero restarono sulla figura della ragazza, come se volessero imprimerla così bene nella memoria da non dimenticarla mai, si concentrarono sul suo viso, occhi verdi, capelli di un rosso acceso. Nella sua memoria cercò qualcuno che gliela ricordasse, ma non trovò nessuno. Era totalmente diversa da tutte. Anche se il colore degli occhi avrebbe potuto riportargli alla mente qualcuno, la sua forma smentiva ogni pensiero. Xavier improvvisamente iniziò a chiedersi se quella ragazza avesse dei discententi nell'era da cui proveniva. Ma perchè? Non lo sapeva neanche lui, era stato un ragionamento che era partito da solo e che adesso andava man mano spegnendosi. Un po' come lui. Xavier non era mai stato un ragazzo allegro, non aveva mai fatto parte di un gruppo, non era mai stato uno di quelli che le persone attendevano per divertirsi: aveva trovato i suoi spazi nell'ombra e dall'ombra era emerso. Se nella sua Hogwarts Selene lo aveva portato alla luce, i fatti legati al padre lo avevano oscurato. L'ombra... era insita nella sua personalità, in un modo o nell'altro e adesso si stava impossessando nuovamente di lui. Selene... il suo ricordo era sbiadito, come anche i suoi sentimenti. Ma ricordava i discorsi, i problemi, i vieti; persino le ombre di quel rapporto adesso sembravano essere più vivide. L'ombra era tornata (se mai fosse andata via) ed era più forte. Questa volta in aggiunta non c'era nessuno che l'avrebbe tirata via da lui.
 
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view post Posted on 29/9/2013, 23:35     Top   Dislike
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Le sopracciglia fulve di Illyria si inarcarono per dipingere un'espressione di incredulità. Quel ragazzo doveva essere un vandalo oppure un saccheggiatore! Che ci faceva ad Hogwarts? Nella Casata che raccoglieva gli intelletti più fini, oltretutto! Illyria non riusciva a crederci. Forse la stava prendendo in giro? O magari lui aveva avuto un particolare brutto periodo. Però comunque non era giustificato a distruggere ciò che lo circondava, non era di sua proprietà!

Solo chi non ha mai posseduto nulla è in grado di vedere il vero valore di tutto.



- Certo che ne ha! -
Ribattè con più forza e avvicinandosi al ragazzo, che le sembrava arrabbiato e apatico a tratti alterni. Non sapeva come mai, ma le dava una forte sensazione di infelicità, il che l'avrebbe dispiaciuta se non fosse stato per la tela strappata. Aveva appreso che i quadri, ad Hogwarts, erano animati; ora c'era un povero ritratto costretto a viaggiare in giro per il castello.
- Non avevi il diritto di farlo! Perchè l'hai fatto? -
Domandò, ancora confusa e perplessa. Cosa poteva spingere una persona ad essere così?


Non smettiamo mai di cercare di distruggere noi stessi.



- Se i Fondatori lo scoprissero... -
Cos'avrebbero fatto? Sicuramente l'avrebbero punito! E avrebbero sottratto punti ai Corvonero, Illyria aveva sentito che era una punizione sicura per ogni violazione delle regole. Forse era proprio ciò di cui il Corvonero aveva bisogno, una bella dose di punizione per fargli imparare le buone maniere.
- ... sicuramente ti punirebbero! -
Già, forse lei stessa l'avrebbe denunciato alla Lady Rowena. Insomma, Illyria non era una spia, ma non era giusto che il Corvonero la passasse liscia.


Ci distruggiamo eliminando il nostro riflesso, sia questo uno specchio... od un ritratto.

 
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view post Posted on 30/9/2013, 00:48     Top   Dislike
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Xavier iniziò a provare fastidio. Nei confronti di quella ragazza, nei confronti del quadro squarciato, nei confronti di se stesso. Nelle sue parole risuonarono i rimproveri che lui stesso aveva fatto sentire grazie alla sua spilla da prefetto agli studenti indisciplinati. Squarciare un quadro sarebbe rientrato tra uno dei crimini scolastici più gravi senza ombra di dubbio, ma in un tempo come quello, medievale, così antico, dove non esistendo il ministero non esistevano neanche istituzioni che fossero in grado di garantire il rispetto di eventuali leggi, quali regole e quali vieti sarebbero esistiti? Hogwarts avrebbe potuto ergersi su di lui e condannarlo, ma a cosa sarebbe servito?
Quando la ragazza rispose in modo affermativo, finalmente Xavier distolse lo sguardo e lo portò verso una delle finestre attorno a loro, infastidito da ciò che aveva udito. Era la prima volta che gli capitava di essere ripreso, il vecchio sè non lo avrebbe tollerato esattamente come non lo tollerava adesso, ma ci sarebbe stata una differenza fondamentale: il primo non avrebbe dato a nessuno il motivo di pronunciare anche solo una parola nei propri confronti.
Perchè lo aveva fatto? Per liberarsi, per sfogarsi, per distruggere qualcosa che non fosse se stesso, per lasciare che quella parte di sè che stava emergendo prendesse il sopravvento e la smettesse di fargli male da dentro, che la smettesse di tirare quelle catene che la tenevano costretta lì nel fondo, ma si liberasse senza graffiare e mordere più le pareti del suo essere.
Chiuse per un istante gli occhi scuri, per riaprirli quando la ragazza parlò di nuovo nominando i fondatori. Altre domande si affollarono nella sua mente. Gli sarebbe davvero importato di quella conseguenza? Avrebbe avuto ripercussioni di cui si sarebbe pentito? O forse avrebbe preferito essere sbattuto fuori di lì una buona volta per perdersi senza avere più neanche un riferimento?
Ma la domanda che pose fu un'altra.
"Lo scopriranno?"
Questa volta la sua voce suonò ancora diversa, c'era una nota di curiosità, ma un'altra ancora rendeva il suono di quella frase come... minaccioso. Riprese a guardarla, chiedendosi cosa avrebbe potuto rispondergli e iniziò ad immaginare le conseguenze di quella sua risposta. Lei non lo sapeva, ma avrebbe dovuto fare la scelta più giusta. Anche se la giustizia poteva essere relativa, anzi, probabilmente lo era davvero.
 
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view post Posted on 30/9/2013, 02:07     Top   Dislike
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D'accordo, Illyria era decisamente inquietata.
Quel ragazzo sembrava profondamente turbato e profondamente... oscuro. Non il classico lord oscuro e affascinante che Illyria aveva trovato nei libri, ma oscuro e tormentato, di quelle tenebre che si ha paura di vedersi parare davanti. Illyria deglutì, guardandolo negli occhi, e arretrò di un passo.
No, non poteva titubare: doveva imparare ad imporsi, specie sulle persone come quel ragazzo, che cercava di spaventarla.


Look me in the eyes: am I really scared?



Illyria sollevò il mento, alzando la testa nel tentativo di sembrare più fiera e per nulla scoraggiata.
- Forse! -
Riuscì a dire. Raccolse le proprie braccia intorno al busto, abbracciandosi nel tentativo di controllare l'agitazione e l'inquietudine che quegli occhi scuri di lui le causavano. Che fosse un tipo pericoloso? In fin dei conti, nessuno sapeva davvero chi fossero quei "profughi".
- Potrebbero sorprenderti da un momento all'altro... -
Disse ancora, con voce un pò acuta. Poi scelse di essere più spavalda e di tenergli testa: ne aveva tutto il diritto, stava difendendo il castello, dopotutto.


This is my castle. This is my home.



- ... oppure potrei andare io da Lady Corvonero! -
Osò dire, un azzardo che le sembrò subito estremo e al quale lei stessa sembrò volersi pentire immediatamente.
No, doveva rimanere ben salda su ciò che aveva detto: quel Corvonero doveva capire che non poteva fare tutto quello che voleva, era chiaro che fosse folle e aveva bisogno di aiuto, ma distruggere cose altrui gli avrebbe portato solamente guai. Si, e lei non sarebbe rimasta in disparte a guardare, avrebbe agito!
- Potrei essere io a dirle quello che hai fatto! -
Ipotizzò, cercando di sembrare più spavalda, ma con scarso successo. L'arte attorica, decisamente, non faceva per lei.
 
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view post Posted on 30/9/2013, 14:31     Top   Dislike
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La ragazza gli teneva testa o per lo meno ci provava. Lo minacciò di andare dritta da Rowena Corvonero e di raccontarle ciò che lui aveva fatto. Lei doveva essere fiera delle sue parole, così tanto da non vergognarsi ed anzi sentirsi forte, perchè quella era la cosa giusta... quante chiacchiere per un quadro così inutile. Era solo un paesaggio ed era assolutamente vuoto. Non c'è niente da vendicare per qualcosa che non abbia della vera sostanza... si trattava solo di principi e sui principi si erano combattute guerre ed erano morte persone a milioni. Era di certo meglio sacrificarne una sola o due magari, cosìda non far nascere nessun tipo di inutile contesa.
La ragazza arretrò di un passo, Xavier ebbe l'impressione che fosse lui la causa, in quanto non volesse stargli troppo vicino. Lo riteneva pericoloso? Era diventato una persona pericolosa? Chissà se sarebbe ancora piaciuto così a Selene... o si sarebbe spaventata anche lei. Sì, sarebbe accaduto, già in passato la ragazza aveva ammesso che alcune sue parole la spaventassero. Adesso, sarebbe stato ancora peggio. Era il suo destino tutto sommato, non poteva scapparvi. Chi nella sua famiglia pensava di poter condurre una vita di luce, si sbagliava. Suo padre aveva capeggiato un gruppo di rivoluzionari. Sua sorella si era ritrovata sposata ad un mangiamorte e i suoi figli erano dispersi (come Layne) o in pericolo (come Lorcan). Adesso toccava a lui.
Xavier di contro fece un passo verso la Tassorosso che aveva alzato il mento per aumentare la propria spavalderia, se così poteva essere chiamata. Il ragazzo scosse la testa.
"Non lo farai"
Nella sua voce questa volta vi era sicurezza, anche se non era sicuro della sua fonte neanche lui stesso. Era una sensazione, ma non sarebbe bastata a salvarlo, avrebbe dovuto far capire alla ragazza quel che intendeva, forse anche quel che provava per cercare di dissuaderla, cosa che però non gli sarebbe riuscita in modo naturale. Esprimere le sue sensazioni sarebbe stato come rivelarsi alla luce e lui non lo avrebbe fatto.
Però accorciò ancora le distanze, un passo, un altro ancora, troppo vicino, lei sarebbe scappata questa volta. Voleva solo dirle una cosa in più, e quindi si avvicinò, prima che potesse scappare via, così che potesse parlare direttamente al suo orecchio destro.
"Ci sono delle cose che non possiamo controllare perchè più forti di noi e questo prendono il nostro sopravvento facendoci diventare a nostra volta incontrollabili. Perché? Come? Domande inutili. E' così che deve andare"
La invitava alla rassegnazione? Cercava di farle capire che sarebbe stato inutile? Forse quelle furono le parole più logiche dette dal ragazzo nel giro di quei pochi attimi. Ma erano davvero così logiche?
 
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view post Posted on 27/4/2017, 19:10     Top   Dislike
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Illyria non era mai stata una cima in quanto a intelligenza. Si faceva continuamente intimidire dagli estranei e anche chi la conosceva riusciva a metterla in soggezione. Figurarsi un ragazzo dall'aria minacciosa e distruttiva che in quel momento aveva tutta l'aria di poterla polverizzare.
Nervosamente si raccolse una ciocca di capelli rossi dietro l'orecchio e si guardò in giro. Se il Corvonero era malintenzionato e avesse cercato di stregarla, qualcuno sarebbe potuto venire in suo soccorso? Aveva gridato una sola volta in tutta la sua vita, quando il tacchino della signora Nicols, la vicina di casa che vendeva le uova alla nonna, l'aveva rincorsa con propositi assassini. Allora Illyria non aveva alcuna idea di aver violato il suo territorio, così come non ce l'aveva avuta ora riguardo il Corvonero. Purtroppo per lei, quello che aveva davanti era un ragazzo formato, non un tacchino. E sembrava anche molto più agile. Se avesse voluto impedirle di denunciarlo non avrebbe trovato alcun grosso impedimento.
Si grattò la nuca, cercando di capire cosa fare, ma si impietrì nel gesto. Il Corvonero era arrivato vicino a lei, tanto vicino da sussurrarle direttamente nell'orecchio. Illyria arrossì violentemente e un vuoto di panico le si impadronì delle viscere sentendo il letale respiro del giovane sul padiglione auricolare. Nessuno le era stato tanto vicino, nessuno le era mai sembrato più minaccioso. Le sue ginocchia presero a tremare e le mani a sudare mentre la pelle assumeva una tonalità verdognola.
Quel ragazzo aveva davvero qualcosa che non andava. Gli occhi verdognoli di lei si spalancarono udendo quelle parole di cui non comprendeva il significato. Sapeva solo che non avrebbe mai avuto il coraggio di denunciarlo a Lady Corvonero. Non avrebbe avuto il coraggio di raccontare a nessuno quello che aveva visto.
Illyria urlò poco dignitosamente, esattamente come aveva gridato per il tacchino, per poi lanciarsi in una fuga terrorizzata, decisa a mettere quanta più distanza possibile tra sé e quel Corvonero stralunato distruttivo pericoloso. La sua meta era il dormitorio di Tassorosso, forse sotto il letto se non fosse stata rassicurata dallo strato di coperte. Vi corse agitando le braccia anche dopo aver messo parecchi piani tra di lei e il Corvonero, rischiando di travolgere parecchie vittime innocenti che passeggiavano lungo la sua linea di fuga, del tutto ignare del pericolo.
 
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