The Wrong Toilet

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Charles Lutwidge Liddell
view post Posted on 20/6/2013, 13:55     Top   Dislike




- Deh, quantunque tu seguiti a favellar a guisa d'ebete al fin di far coccola alla mia persona: non ti defeco. -


Queste, le mie parole dopo che una studentessa sedicenne ha cominciato a riempirmi di sorrisi e sguardi apprensivi perché, purtroppo, o ispiro violenza o tenerezza. Non sopporto le persone che mi compatiscono, che credono che sia una Puffola Pigmea indifesa. Già sono abbastanza insicuro di mio, non ho bisogno della comprensione altrui. So cavarmela da solo, sono capace di trasformarmi in una persona veramente cattiva e senza cuore, devo solo prendere coraggio e comprare un po' d'autostima, oltre che dei calzoni nuovi. Davvero, sono così padrone di me stesso che, talvolta, riesco a dipingere sul mio volto una maschera d'impenetrabilità e durezza. Ci sto ancora lavorando, ma credo che presto Charlie si evolverà definitivamente in Charles, così tutti mi rispetteranno.

(Ovviamente non è vero. Sono contento quando qualcuno si preoccupa per me, mi fa sentire speciale. Mi basta un sorriso, una parola gentile e la mia giornata si rallegra. Chiunque può farmi uscire dal cunicolo buio e cieco della solitudine. Quella ragazza è stata davvero gentile con me. La prossima volta che la incontrerò la saluterò con un sorriso. Anzi, no: non voglio prendere in giro nessuno. Non riuscirò neanche a sostenere il suo sguardo, questo è quanto. Dunque, no. Ho risposto in quel modo antipatico, questo è innegabile, ma la motivazione che mi ha spinto ad allontanarmi dalla studentessa è un'altra).

Ho un impellente bisogno di andare al bagno.


Esco dalla biblioteca abbandonando un libro di Lucrezio sul bancone, cominciando a correre come uno Gnomo da giardino. Salgo le scale, poi scendo, entro in una stanza sbagliata, attraverso un corridoio improbabile, saluto un fantasma, faccio dietrofront, risalgo, poi scendo, mi accorgo che alle scale piace cambiare, non cambio, inciampo su una Gelatina, comincio a pensare a qualcosa per distrarmi dall'imminente bisogno fisiologico, non ci riesco, impreco contro Merlino, strabuzzo gli occhi, salgo, riscendo, giro a destra, faccio un salto, casca un'armatura, starnutisco, imbocco un corridoio e raggiungo un bagno.

Entro in un cubicolo senza preoccuparmi di chiudere la porta. D'altronde non c'è nessuno, no? Allento la cintura attorno alla vita e slaccio le brache, finalmente in procinto di liberarmi da questo bisogno impellente.
Una gocciolina di sudore ansiogeno scende dalla mia tempia, ho corso così tanto che nel giro di qualche minuto potrebbe venirmi una crisi asmatica.
Sono ben lungi dall'accorgermi di essere entrato nel bagno femminile.
 
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Ariadne Medea Electra Bushwick
view post Posted on 20/6/2013, 14:13     Top   Dislike




Faceva ancora molto caldo: Medea il caldo non lo sopportava affatto. Lo trovava stancante. A lei bastava il sole, dopo di che poteva anche fare davvero freddo, lo avrebbe preferito a quell'afa disumana. Entrò nei bagni delle femmine per rinfrescarsi un po'. Immerse le mani nell'acqua fresca e si bagnò il viso, lasciando che le gocce d'acqua le cadessero sul collo. Solo allora si guardò allo specchio, che le rivelò la porta aperta del bagno e chi c'era all'interno.
Un uomo. Nel bagno. Con la porta aperta.

"Per tutti gli dei!"

esclamò coprendosi immediatamente gli occhi con le mani, terribilmente imbarazzata. Era imbarazzata per lui, che forse non si era accorto di aver sbagliato bagno, ed era imbarazzata anche per lei, per la sua reazione esagerata.
Sua sorella Isobel avrebbe sdrammatizzato con una battuta e un sorriso ironico; purtroppo Aria era meno socievole e più timida della sorella minore.



Non era specificato se fosse per qualcuno o meno, così sono intervenuta! Se invece era privata o roba simile dimmelo pure che cancello subito (:
 
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Charles Lutwidge Liddell
view post Posted on 20/6/2013, 16:23     Top   Dislike




Madido d' agitazione, comincio freneticamente a lottare contro i lacci particolarmente stretti che quasi si vogliono opporre alle mia forza (di quale forza stai parlando, Charles? ) e alla mia furia (mh?). Dopo qualche secondo di puro panico e di rischio di allagamento del cubicolo, finalmente riesco a liberare il Grande Drago di Pietra. E' un appellativo ridicolo, lo so, ma l'ho letto su un libro e mi vergogno troppo a chiamarlo con il suo vero nome. Sì, ho dei seri problemi con la mia sessualità, ma non credo che me ne si possa fare una colpa, avendo passato l'adolescenza a intrattenere estuanti dialoghi con tacchini e galli cedroni. Insomma, del gentil sesso so ben poche cose, ma leggendo i libri d'avventura so che sono particolarmente sensibili e svenevoli; delle statuine di cristallo che si potrebbero spaccare da un momento all'altro.

(Perché stiamo parlando delle donne, Charles. Non di te).

Dunque, dopo l'Odissea del laccio, finalmente riesco ad orinare in santa pace. Mi lascio andare a qualche mugolio liberatorio stupendomi io stesso della quantità di liquidi da me liberata. Da quante ore non andavo al bagno? E perché mi sono ridotto all'ultimo momento, come un bambino che ha appena trangugiato tre boccali di Burrobirra tutti insieme?
Non mi importa; d'altronde sono finalmente riuscito a svuotarmi, posso stare calmo e ricominciare a respirare lentamente.

Per tutti gli dei!



- A-A-A-A-A-A-AH-AH-AIU... - urlo terrorizzato tentando di pronunciare un semplice aiuto, ma le mie balbuzie fanno assomigliare i miei versi cacofonici a quelli di un pervertito che sta facendo qualcosa di non troppo nobile (e abitudinario, in realtà) e mi rendo solo ora conto di quanto possa aver messo in ridicolo me stesso.
Senza neanche finire di liberarmi definitivamente, corro ai ripari cercando di coprirmi il più possibile.
- C-c-che... - impreco a denti stretti - Che-che che... - e coccodè.
Un respirone, Charlie. Ce la puoi fare.
- Che... che... che-che-che-cheeeeeeee? -
Se ci fosse stato un musico sarei stato la sua Musa. Ho una dubbia virilità.
Preso da un attacco di panico chiudo la bottega dei pantaloni rapidamente, rimanendo sempre girato e di spalle. Se la suddetta donzella mi vedesse in viso, non solo riconoscerebbe il paziente bibliotecario della scuola, ma noterebbe il rossore che cosparge le mie guance scarne. E mi vergognerei ancor di più.
- Che-che ci f-f-f-f-f-ai nel... nel... nel ba-ba-ba-b-b-bagno de-degli u-u-uomini? - tento di dire incartandomi ad ogni parola.

Mi sento così inappropriato, così violato, così stupido che irrigidisco la bocca per evitare che le lacrime comincino a scendere dai miei occhi nevrastenici.

Sì, la discussione era libera, altrimenti avrei scritto il nome specifico dell'eventuale pg nel sottotitolo.
 
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Ariadne Medea Electra Bushwick
view post Posted on 20/6/2013, 17:37     Top   Dislike




Schiuse lentamente le dita e aprì appena gli occhi per assicurarsi che il ragazzo fosse totalmente coperto. Rimase di sasso davanti ai balbettii dell'uomo che aveva sorpreso nel bagno delle femmine: era abbastanza evidente, dunque, che era stato un errore e che anche lui era sorpreso quanto lei.
Continuò a fissarlo, un po' disorientata dalle balbuzie. Insomma, riusciva a dire qualcosa oppure no?

"Cosa ci fa lei nel bagno delle donne, Ser!"

ribattè leggermente infastidita, voltandosi di nuovo verso lo specchio e prendendo un panno per asciugarsi il viso.

"Si dev'essere distratto, Ser; mi perdoni per essere stata poco educato poco fa, mi ha colto di sorpresa"

 
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Charles Lutwidge Liddell
view post Posted on 20/6/2013, 18:21     Top   Dislike




Cosa ci fa lei nel bagno delle donne, Ser!


Cosa ci faccio? Restituisco i doni che ho rubato alla natura, mi sembra più che ovvio, mia cara madamigella so-tutto; non so se gliel'hanno mai spiegato, ma è maleducazione disturbare un uomo che sta facendo le sue cose, soprattutto se è asmatico, si è perso svariate volte nel castello, è inciampato e sta per farsela sotto. Inoltre, vorrei aggiungere che...
Charlie.
... non si usa un tono del genere, neanche se una persona è di nobili origini...
Charlie!?
... perché capisco che non vanto la fama dell'uomo nobile e acculturato, ma non per questo merito di essere trattato come...
Charlie!
Che diavolo c'è?
Ti trovi nel bagno delle donne, e la ragazza te l'ha appena gentilmente fatto notare.
Ah.

Dunque, a quanto sembra mi trovo nel posto sbagliato al momento sbagliato. Davvero una novità per me, sì. Nel momento in cui realizzo di trovarmi nel bagno delle ragazze, il mio colorito lenzuolitico diventa rosso vermiglio, ancor più pomodoro di prima.
- M-m-mmmmmm-mi... mi-mi-mi. - comincio la mia solita e tartagliante frase infinita portandomi una mano sugli occhi - mi... mi... mi di-di...dispia... di-di. - Dududu, dadada.
No, non ce la farò mai a scusarmi con la ragazza.
Mi massaggio le tempie e comincio a battere il piede destro per terra, per darmi sicurezza e riuscire a parlare decentemente come ogni persona sa fare in tutto il mondo.
- ... d-d-d-dis... dispiace. -

Signorina, mi dispiace di averle arrecato disturbo o di averla imbarazzata, sono un uomo inappropriato e terribilmente sbadato. Farò qualunque cosa per lei qualora me lo chiedesse, spero che questo episodio spiacevole non abbia turbato particolarmente la sua sensibilità. D'altronde, sappiamo entrambi che non ci sono giustificazioni per questo mio comportamento riprovevole e barbino. Le chiedo umilmente perdono.


Questo, è quello che avrei tanto voluto dire alla ragazza, ma a malapena riesco a dire un banalissimo e poco convincente "mi dispiace".
La signorina sconosciuta si è scusata, ma la verità è che la colpa di tutta questa situazione è solo ed esclusivamente mia. Non me lo perdonerò mai.
Assicurandomi che ogni cosa sia al suo posto, richiudo la cintura e mi giro lentamente tenendo lo sguardo basso e fissandola di sottecchi di tanto in tanto.
Vorrei essere invisibile, ma forse non ci sarebbe tutta questa differenza.
 
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Ariadne Medea Electra Bushwick
view post Posted on 21/6/2013, 10:52     Top   Dislike




Inclinò appena la testa su un lato mentre il ragazzo ricominciava a balbettare. Poteva capire l'imbarazzo, ma balbettava davvero tanto. La cosa la fece addirittura sorridere. Non voleva prendersi gioco di lui!

"Non si preoccupi, Ser, sono cose che posso accadere"

disse non del tutto convinta.
Quando finalmente il ragazzo si voltò non poté non riconoscere il bibliotecario. Il sorriso scomparve poco a poco dal suo volto e Aria fece un mezzo passo indietro.
Un bibliotecario, per lei era come un'autorità.
Piegò le ginocchia e abbassò la testa in un inchino.

"Sono Ariadne Medea Electra Bushwick, Ser. Le porgo nuovamente le mie scuse"

si scusò di nuovo, questa volta con più sicurezza. Certo, presentarsi le dava sempre una certa sicurezza: era molto fiera dei suoi nomi, senza considerare che i Bushwick erano una casata nobile e una famiglia di maghi Purosangue. Non aveva niente contro i nati Babbani o i Mezzosangue, e neanche con le persone meno agiate, ma non poteva nascondere che presentarsi con un nome importante fosse una garanzia.

 
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Charles Lutwidge Liddell
view post Posted on 21/6/2013, 19:33     Top   Dislike




No, qualcosa di essenziale e lapalissiano sfugge al mio intelletto sagace (!) : per quale motivo la ragazza mi tratta con tutto questo rispetto non solo facendomi qualche inchino e scusandosi per la milionesima volta, ma addirittura affibbiandomi il titolo di Ser?
Certo, pensare che la fanciulla mi veda come un cavaliere senza macchia e senza paura è tutto ego inesistente che si gonfia, e non può che far piacere. Ma non posso prendere in giro nessuno; mi trovo qui, con le brache allentate, la cintura chiusa alla buona e dei vestiti di seconda mano, che di certo non si addicono all'abbigliamento di un nobile.
Chissà come sarebbe stata la mia vita se fossi nato in una buona famiglia; probabilmente non sarei stato così insicuro, avrei avuto milioni di donne da rapire e soddisfare tra le coperte di porpora del mio letto al baldacchino. Sarei stato un amante insaziabile, un uomo che non deve chiedere mai.

Mh, bella questa! Ci scriverò una poesia sopra. La chiamerò "L'Impavido Lutwidge e il suo Falcone D'Oro".

Ariadne Medea Electra Bushwick. Se mi avesse detto Maria Antonietta Giselle Acero sarebbe stato lo stesso.
Perché, perché in questo cosmo le persone vengono chiamate con tutti questi nomi? Che esistenza grama. Non riuscirò mai a pronunciarlo correttamente. Anzi, non riuscirò mai a dirlo per esteso, questo è quasi scontato.
- A-a-a-a-a... a-r-r-r-ria. - ricomincio in maniera snervante.
- Aria. - pronuncio finalmente prendendomi la libertà di abbreviare il suo nome.

Deve capire che non mi merito tutto questo rispetto. Certo, appartengo al personale di Hogwarts, ma sono un semplice bibliotecario, uno con la testa tra le nuvole che ama perdersi nei libri. Non sono neanche un Ser, non ho nessun titolo nobiliare. Magari uno sì: cavaliere delle cipolle, già.
Ha caldo? Vuole qualcosa da bere? Oppure vuole un libro? Se vuole posso consigliarle qualcosa, se solo mi dicesse i suoi gusti. Almeno in questo credo di essere capace.


Anche questo, è quello che avrei tanto voluto dire alla ragazza.
- So... so... s-s-sono un s-s-sempli... sem... semplice bi-bi-bibi-biblio... biblio... te-te-te-te-te... te... bibliotecario. - rispondo passandomi una mano tra i capelli - Non un... un... S-s-s-er, ma-ma-ma... m-m-madamigella! - aggiungo trattenendo a stento una risata.

Per evitare di rimanere in questo posto tutt'altro che accogliente, esco dal cubicolo raggiungendo il lavandino ad occhi bassi per potermi lavare le mani.
Che essere turpe e cafone sarei se le baciassi la mano senza essermela prima lavata?
Concentro le iridi ambrate sull'acqua che sgorga, evitando il più possibile il suo sguardo accusatore. Charlieapnea.
 
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Ariadne Medea Electra Bushwick
view post Posted on 21/6/2013, 20:01     Top   Dislike




"Aria, si"

confermò annuendo con vigore, sorridendo.
Sua madre la chiamava Aria. Il padre preferiva il più ingombrante Medea, sua sorella la chiamava un po' come le capitava...a lei i suoi nomi piacevano tutti e tre. Forse il suo preferito era Electra, anche se riconosceva la difficoltà nell'abbreviare un nome così!

"Come possa chiamarla, dunque?"

insistè la ragazza, osservandolo uscire dal bagno per andare a lavarsi le mani.
Si chiede se il bibliotecario balbettasse sempre così o la causa fosse l'imbarazzo della situazione in cui si erano incontrati.
Rise appena quando l'uomo dichiarò di essere un semplice bibliotecario: a lei non sarebbe affatto dispiaciuta rinchiudersi dentro una biblioteca tutto il giorno, il silenzio della lettura, l'odore della pergamena...

"Non si sminuisca così, io trovo il suo lavoro molto più nobile di altri. E' nobile lavorare a stretto contatto con la cultura e con chi va cercandola!"

disse appena sognante, rendendosi appena conto dell'assurdità che c'era nel parlare con un bibliotecario decisamente uomo di nobiltà all'interno del bagno delle femmine.

 
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Charles Lutwidge Liddell
view post Posted on 23/6/2013, 08:54     Top   Dislike




L'acqua fresca del rubinetto scorre sulle mie mani tremanti e paranoiche; le pulisco con una cura meticolosa, quasi maniacale, fino a che non profumano del sapone che si trova alla sinistra del lavandino. Dopodiché, le asciugo rapidamente su un panno poco distante, per poi avvicinarmi esitante alla giovane ragazza di nome Aria. Occhioni smeraldini, mediamente alta, sguardo indagatore: deve essere una Corvonero, per forza.
Anche lei nutre la passione per i libri, ritiene addirittura che il mio lavoro sia nobile. Beh, per me è il sogno di una vita: finalmente posso leggere, leggere e leggere senza dover rubare nulla. Posso farlo a tutte le ore, posso sparire da questo mondo senza essere obbligato a rendere conto a qualcuno della mia attività; d'altronde, nessuno si accorgerebbe delle mie assenze.

Con gli scarponcini scricchiolanti mi avvicino ancor di più ad Aria, per poi prenderle improvvisamente la mano e fare un breve inchino. Nulla di sensuale o ben impostato, si intende; a malapena riesco a camminare senza inciampare da qualche parte. Inoltre, pur essendo abbastanza alto, ho il difetto di tenere sempre la schiena curva, conferendomi un'aria di passiva negatività.
- M-m-m-mmi c-c-c-c-hiamo Cha-cha...Char-r-les. Charles Lu-lu-l-lut-widge Lutwidge. Li-li-li-lidd...liddell. Charles... Lutwidge... Liddell. - concludo prima del previsto (solo perché sono abituato a pronunciare il mio nome per presentarmi.
Prendo la sua mano con la mia con delicatezza e rispetto avvicinandola alle mie labbra, ma senza toccarla - Mi... mi... mi c-c-chia...chiami Charles. -
Concludo il baciamano senza far entrare in contatto la mia bocca con le sue dita affusolate, ma abbozzando un timido sorriso asmatico.

Spero di non esser sembrato un vecchio bavoso o un fagiolo moscio; sui libri ho letto che così si salutano le dame di una certa famiglia, quindi credo di non aver fatto nulla di sbagliato. D'altronde, non ho idea di come ci si debba approcciare ad una donna, anche se è ancora un'adolescente.
Nella speranza di non aver offeso la sua persona, rispondo alla sua domanda (Charlie, in realtà non ti ha fatto nessuna domanda, solo una constatazione) circa il mio impiego e la sua passione per la lettura.
- E'... è... b...b-b-be-be...belli-ssi...mo. B-bellissimo, sì! - balbetto mentre mi si illuminano gli occhi - A...anche lei ama la... la l-l-l-lettu-ra? - chiedo alzando le sopracciglia.

Forse mi sono un pò calmato. O forse no. Se Aria guardasse da qualsiasi altra parte lontana dal Canada, sarebbe meglio.
 
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Ariadne Medea Electra Bushwick
view post Posted on 25/6/2013, 15:42     Top   Dislike




Gli porse la mano quando il bibliotecario si accinse a farle il baciamano, sorridendo compiaciuta e accennando un mezzo inchino.
Charles Lutwidge Liddel. Non aveva mai sentito quel cognome, ma il nome le piaceva: Charles. Suonava amichevole e confidenziale, era un nome simpatico.
Si portò i capelli dietro le orecchie e si ricompose, mentre Charles le chiedeva se amasse la lettura.

"Più di ogni altra cosa!"

rispose con un sorriso raggiante, gli occhi che le brillavano.

"Ho visitato la biblioteca l'altro giorno, è bellissima"

continuò, ricordando quanto si era sentita piccolina in quella stanza piena di scaffali e libri. Al tempo i manoscritti erano rari e anche le famiglie più ricche e nobili non ne avevano molti: entrare nella biblioteca di Hogwarts era stata un'esperienza unica.

 
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Charles Lutwidge Liddell
view post Posted on 29/6/2013, 08:41     Top   Dislike




La giovane ragazza ama la lettura; io semplicemente vivo per essa. L'ho sempre interpretata come un mezzo per evadere dalla realtà, un piccolo angolo di mondo ove tutto può accadere. Non esistono discriminazioni, malvagità o crudeltà. Il lieto fine ci sarà sempre, garantendo a tutti i protagonisti la propria porzione di felicità.
(Peccato che io non sia mai stato un protagonista. Sono il personaggio marginale, quello di cui nessuno ricorderà il nome, quello che l'autore del libro ha inserito per riempire qualche pagina in più del suo manoscritto).
E nelle storie mi ci perdo, mi appassiono, mi fanno commuovere come una femminuccia. Mi lego così tanto ai personaggi dei libri che alcuni di essi diventano degli amici, dei confidenti da incontrare ogni volta che desidero scambiare con loro qualche sguardo sulle pergamene.

Il mio cuore è d'inchiostro.

Il fatto che la bibliteca piaccia ad Aria mi inorgoglisce particolarmente.
No, non è vero. E se l'avesse detto per essere educata? Se non le piacessero i libri che mi sono premurato di raccogliere e di ricevere per poterla arricchire il più possibile? Sicuramente è così; la biblioteca non le piace, io non le piaccio e crede ancora che sia chissà quale maniaco. Ora tutto si spiega! E' così gentile con me perché mi vede come un essere potenzialmente pericoloso, quindi preferisce tenermi buono per evitare che possa diventare un mostro a sette teste violaceo. D'altronde, non mi chiamo mica Ercole.
- G-g-g-g...g-g-ra... graz-z-ie. Grazie. - balbetto timidamente abbassando gli occhi verso il pavimento grattandomi la tempia con la mano destra.

Eccolo qui, il mio discorso. Sono davvero notevoli le mie capacità oratorie, non trovate? Per non parlare del dono di saper intrattenere una conversazione appassionante e di allietare il mio interlocutore.
Quintiliano si rivolterebbe nella tomba. Io sono la decadenza dell'oratoria.
 
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Ariadne Medea Electra Bushwick
view post Posted on 4/7/2013, 12:18     Top   Dislike




"E' stata lei a sistemarla?"

chiese ammirata. Insomma, dove diavolo aveva trovato tutti quei manoscritti?

"Ha cercato tutti quei manoscritti? E come li ha ottenuti?"

Ne avrebbe voluto qualcuno da portare a casa sua! Sua mamma sarebbe stata così felice!

"Noi a casa ce l'abbiamo una biblioteca, ma è così difficile trovare dei manoscritti che purtroppo non è molto fornita"

spiegò Aria incalzando il bibliotecario a dire di più.

 
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Charles Lutwidge Liddell
view post Posted on 5/7/2013, 14:06     Top   Dislike




Trovare tutti quei libri per rifornire la biblioteca di Hogwarts è stata un'impresa a dir poco ardua; certo, sono sicuro di non aver mai dato ai Fondatori l'idea di essere una persona affidabile o adatta per questo ruolo, ma mi hanno voluto dare fiducia lo stesso, facendomi sentire importante e ricoprendomi di responsabilità. Per questo motivo ho cominciato a lavorare, lavorare e lavorare per rendere questo spazio una delle biblioteche più fornite di tutto il territorio inglese.
Adoro i libri, il profumo delle pergamene, l'odore d'inchiostro appena aperto dal proprio barattolo in vetro; amo i grafemi, le scritture a mano, le calligrafie sghembe, quelle nevrasteniche e poco curate.

Ogni libro che si trova in questo posto ha una storia diversa. Ogni libro è stato sudore, fatica, diplomanzia, violenza. Alcuni me li ha ceduti Conrad Ebonée, un ricco conte ormai prossimo alla morte. Lo supplicai di donarmi la sua biblioteca, e rimase talmente affascinato dalla mia passione e sete di conoscenza che mi donò tutto. Se così non avesse fatto, i numerosi libri che aveva collezionato sarebbero morti assieme a lu.
Altri me li hanno procurati Cersei e Viktor, i miei protettori Vampiri. Sì, avete sentito bene: un Licantropo amico di due Vampiri. Paradossale, no? Non per noi, non per le cure che mi hanno dato, noi siamo diversi. E i coniugi, beh, loro sono vivi da non so quanti secoli; hanno avuto modo di collezionare moltissimi libri.
Altri ancora li ho sottratti con la violenza, altri li ho rubati, qualcuno è della biblioteca di casa Cossè -Blanche, non me ne volere-, altri li ho comprati, altri barattati. Dietro ogni libro c'è un pezzo di me, c'è una storia, c'è una sofferenza e un lieto fine.
- Sì. M-m-me ne s-s-s-ono o-o-ccupato io della b-b-bi... biblioteca. Ho... ho... c-c-c-cercato o-o-o-gni libro che... che... che... che si... si-si t-t-trova in quella sta-sta-stanza. O-o-o-ognuno. - balbetto spiegandole che sono l'artefice di tutto.
Qualcosa di giusto l'ho fatta, forse.
Quanto alla sua seconda domanda, abbasso leggermente lo sgaurdo e arrossisco un pò.
- C-c-come li... li ho... o-o-o-o-tte... otte... o-ottenuti? S-s-egreto pro-professionale, Miss! - concludo sorridendo appena, mentre un paio di fossete mi contornano le guance timide.
 
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12 replies since 20/6/2013, 13:55   282 views
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