And now her Watch is ended.

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view post Posted on 21/5/2013, 00:55     Top   Dislike
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Nonostante il polso e il cuore di Adsartha Morgan si fossero fermati, Aidan Rosier aveva voluto comunque che il corpo della moglie fosse portato al San Mungo. Era chiaro quanto il Direttore della Gazzetta del Profeta, dopo che abbandonò la moglie per allevare il figlio che lei aveva rifiutato, si stesse sentendo in colpa. Isarma si augurò, dentro di lei, che Aidan Rosier spendesse il resto dei suoi anni divorato dai sensi di colpa. Dal canto suo, Isarma non sentiva nulla: ogni volta che provava anche solo a dispiacersi per la sorella, l'unica cosa che riusciva a pensare erano le ferite di suo figlio.
Aveva saputo che Tabitha Cavendish, la vampira, aveva cercato di guarire Adsartha dal veleno di Basilisco cercando di farle bere il proprio sangue. Era stato un bel tentativo, ma Adsartha non ce l'aveva fatta comunque.
Il manto viola che avvolgeva la figura di Isarma sfiorava il pavimento del San Mungo mentre lei si dirigeva all'obitorio dell'ospedale, dove veniva custodito il corpo di sua sorella. Il cappuccio calato sul volto, Isarma doveva essere più nascosta possibile, dato che era uscita talmente di fretta da non assumere la Polisucco in tempo. Non c'era un solo secondo da perdere per ciò che aveva in mente.
Entrò nell'obitorio, le cui porte si spalancarono e si richiusero alle sue spalle: un solo Guaritore era presente, e stava compilando delle cartelle. Isarma estrasse la bacchetta, mentre il Guaritore sobbalzava violentemente per la sorpresa.

"Ma che cosa..."

"Fatti un sonno."

Il Guaritore cadde al suolo, mentre Isarma riponeva la sua bacchetta. Osservò le salme disposte l'una accanto all'altra sulle barelle e si avvicinò a quella di sua sorella, pallida e serena come se stesse solo dormendo. Isarma ne contemplò il volto: Adsartha aveva sempre avuto un volto angelico, privo di quei tratti spigolosi e cattivi che invece erano propri di lei. Isarma aveva sempre invidiato la bellezza di sua sorella; aveva invidiato che sarebbero stati i discendenti di Adsartha, e non i suoi, a riportare Avalon alla luce. Aveva odiato il fatto che sua sorella avesse respinto tutto il potere che le era stato offerto. Ora, non avrebbe avuto nulla da invidiarle.

"Il pallore della morte ti dona, sorella..."

Mormorò piano, scostando una ciocca dei capelli bruni dal volto di Ad, con delicatezza come se stesse curando un infante. Gli occhi azzurri di Isarma assunsero una luce superba nel contemplare le palpebre immobili di Adsartha.

"... il tuo sarà un riposo lungo e sereno prima che la Dea ti richiami"

Sussurrò con un lungo sospiro, mentre la mano ricadeva lungo il fianco. Isarma si chinò lentamente su Adsartha fissandola con l'odio più intenso che aveva riservato solamente a Noah Bin Khaled ed Aidan Rosier. L'azzurro mare nei suoi occhi era burrascoso, come l'oceano in tempesta.

"Non meriti questo onore."

Sibilò. La mano sinistra si rivelò dalle pieghe della veste, rivelando un aggeggio molto simile ad una siringa, ricolma di sangue. Con un colpo secco, Isarma conficcò la punta nel petto di Adsartha, riversandovi all'interno tutto il contenuto. Estrasse la sua arma e la gettò a terra, facendola Evanescere con un colpo di bacchetta. Recise la ciocca di capelli che aveva scostato e la riversò nell'ampolla contenente una sostanza color fango.
Guardò il Guaritore che dormiva poco distante, dunque la sorella, in silenzio.

"Il veleno di Basilisco è uno dei più potenti mali. Il sangue che la Cavendish ha cercato di farti ingoiare non era probabilmente sufficiente per guarirti immediatamente, ha richiesto il suo tempo per fare effetto. Questo nuovo dovrebbe aiutarlo a compiere la sua opera in tempo"

Mormorò dolcemente. Poggiò le braccia sul lettino, tenendo lo sguardo fisso sul corpo della sorella, gli occhi che mai battevano le palpebre. Le labbra di Isarma erano piegate in una smorfia di pura rabbia, ma la sua voce era calma e controllata quando parlò.

"Pagherai con la schiavitù quel che hai fatto a mio figlio. I tuoi figli pagheranno, e i figli dei loro figli. Ti porterò via Abigail, farò in modo che Fabian non trovi mai la pace, Kale morirà tra dolori più atroci di quelli che patirai tu. L'abominio che hai salvato, il tuo Marcus... sarà Imperiato e costretto a togliersi la sua stessa pelle, striscia per striscia, finchè non supplicherà di morire per raggiungerti. Solo che non ti troverà"

Prese la bacchetta e la agitò nell'aria; comparve una freccia sottile, che Isarma afferrò con la mano sinistra, mentre puntava la destra contro l'uomo disteso ai suoi piedi.

"Reinnerva! Imperio!"

Mormorò piano. L'uomo si destò, gli occhi pesti e confusi che presto divennero grigi e vuoti. Isarma gli porse l'ampolla e gli ordinò di bere. Il Guaritore eseguì a lunghe sorsate; Isarma rimase immobile ad osservare i suoi capelli che diventavano lunghi e bruni, le sue forme più minute e femminili, il suo viso più familiare, identico alla donna stesa sulla barella sopra di lui. Gli porse la freccia e l'uomo non battè ciglio.

"Togliti i vestiti e conficcatela nel torace."

Senza replicare, con grande forza, il Guaritore si conficcò la freccia nel busto ed emise un lieve gemito. Un lampo di luce verde, e questi fu riverso al suolo: Isarma agitò nuovamente la bacchetta, facendo scomparire i vestiti da Guaritore e dunque sollevando il suo corpo per depositarlo nella barella accanto a quella di Adsartha. A vederli così, i due corpi sembravano davvero essere appartenuti a due gemelle.

**

"Non siamo sicuri che ci convenga investire. Ci sembra un prezzo molto basso"

L'irritante voce del folletto stava per farla infuriare. Era untuosa, priva di ogni rispetto e sospettose oltre ogni limite anche se Isarma era venuta a fare la sua offerta in buona fede e senza secondi fini. Era così difficile da capire?

"Si trova già con voi, quindi suppongo che l'affare sia concluso.Potreste prenderlo come segno di benevolenza"

Si limitò a dire, mentre scendeva dal carrello insieme al suo improbabile accompagnatore. Percorsero il lungo corridoio davanti a loro, lei con il suo impeccabile passo elegante, lui dondolando a stento sulle corte gambe.

"E' ottimo. In effetti ne avevamo bisogno, rappresenterebbe una buona risorsa per noi. Ma non ci spieghiamo perchè"

Insistette il folletto. Isarma sospirò, spazientita, mentre voltavano l'angolo e continuavano a camminare, fingendo di parlare di affari come se questi non fossero ancora stati effettivamente conclusi.

"Non desideravo mi venisse rubato, purtroppo il Ministero minacciava già la confisca per detenzione illegale. Almeno so che qui è al sicuro, sono ben disposta ad accettare 500 galeoni. Anche se necessiterà di essere addestrato"

Un ruggito selvaggio fece tremare le pareti della Gringott. Il folletto barcollò, ma Isarma rimase ben salda sui propri piedi guardando impassibile il Drago Bianco davanti a loro. L'esemplare si dimenava e ringhiava, cercando di togliersi le catene e sputare fuoco per uccidere i folletti che gli stavano intorno e tentavano di tenerlo a bada con le fruste e le catene, riuscendo però solo a farlo infuriare di più.

"Ci vorrà molto tempo"

"No. Presto si arrenderà. Quando si renderà conto che non vedrà mai più la luce."

Il drago dagli occhi verdi si voltò verso di lei; emise un ruggito disperato, ma le fruste dentate affondarono nella sua carne in modo tanto cruento da storpiare il ruggito in un rantolo di dolore. Le zampe si piegarono, sanguinanti, e Isarma voltò le spalle, immergendosi nuovamente nell'oscurità.



 
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