Quale momento della vita non sarebbe triste, difficile, brutto, insipido, fastidioso, senza il piacere, e cioè senza un pizzico di follia? lesse da qualche parte, in biblioteca. Tanta, di
quella follia, da cascarci per fino dentro essa. Il fattore più
bello che determinava una giornata ad Hogwarts, era
la scoperta di soggetti ancora non studiati e, in via d'estinzione.
Trattasi di animali, non ebbe dubbi a constatare che
uno dei Tassi era in avvicinamento - riconoscendone
la camminata - ma qualcosa tradì il suo pensiero, quando il
viso venne spostato verso il portone centrale: una ragazza.
Una ragazza Bella, solare; una di quelle che non incontri
per caso. Spalancò gli occhi il Serpe, ma con discrezione, senza
mostrarsi incline ad un approccio verbale o fisico. Rimase
lì, nella sua attuale posizione, senza muover ciglio. Solo
due specchi visivi, che nè incontrano altri due. Un riflesso
su di essi, dato dalla luce del poco sole, che solcava le nubi.
La osservò dall'alto verso il basso, ma non con sufficienza
come gli era solito fare, ma con una strana curiosità.
"Se non sbaglio, hai già preso qualche secondo."
Una punta di sarcasmo fuoriuscì dalle labbra sottili, disegnate
da un sorriso nato dal nulla, con ancora il lato destro d'esse
che si alzano a far in modo che, la ragazza, se lo godesse.
Entrambe le gambe si posizionan in avanti lasciando
che, entrambe le punte dei piedi, sfiorassero il pavimento
ciottolato e surriscaldato dall'afosa aria del Cortile. I
palmi, invece, poggiati sul muretto in mattone dell'arcata
che danno, alle spalle, un leggero spostamento verso l'alto.
La testa si inclina su un lato, osservandola meglio. Non un
capello, non un ciglio si smuove da quella figura, quasi eterea.
Continua la sua contemplazione, non più rivolta al nulla, ma
alla realtà stessa: Nymeria.