Il Serpeverde aveva avuto abbastanza tempo per sbollire la cosa. Il freddo, la nudità, la vicinanza allo specchio d'acqua sapevano rasserenarlo, scacciare via i brutti pensieri.
A quell'età si cerca il confronto, di capire chi si è, di definire la propria persona, cosa piace, cosa eccita, cosa ci fa sfogare.
Voleva esordire chiamandolo "Bastardo".
Era il meglio che fosse riuscito a pensare.
Serpi, tassi, corvi erano tutti animali.
I grifoni erano meticci.
Era una razza ibrida e bastarda.
Uccelli che infettano leoni.
Lordura.
Il ragazzo sembrava più rilassato, legò la barca e gli rivolse la parola.
GRO era seduto a terra a gambe incrociate, il piumone addosso, ed il libro aperto sulle gambe.
Lo chiuse.
"Bravo il mio Robin! Sei stato sottile, lo ammetto... un colpo decisamente sotto la cintola. Cos'è? Il cuore ti batteva molto forte mentre ti stavo vicino? Non riuscivi a sopportare la pressione?"
Si alzò, il libro cadde.
Chiuse meglio il piumone e continuò ad avvicinarsi al ragazzo.
"Come mai avevo il pantalone bagnato tra le gambe? Hai approfittato della mia immobilità per fare qualcosa?"
GRO gli girava intorno. Non era minaccioso, stava solo sputando un po' di veleno per alleggerirsi. Era stato davvero impressionato dal gesto sleale del ragazzo che era addirittura tornato sui suoi passi come se niente fosse. Ne stava studiando il corpo, forse in cerca di un punto da colpire. Gli sentiva addosso l'odore salmastro del lago, di un sonno appena fatto, di uno starnuto frizzante. Gli guardava gli indumenti, a contatto con la pelle, le stoffe che strofinavano, gli strati, i piedi scalzi. Tutto si tendeva, si irrigidiva.
Il corpo di GRO sentiva altro. Respirava, ribolliva. La pelle veniva solleticata dal piumone, tentata, percorsa da brividi. I peletti biondi erano eretti. La pelle bianchissima. Erano indubbiamente troppo diversi.
"Non ho potuto non notare la tua singolare andatura... Toglimi una curiosità... ce l'hai la ragazza?"
GRO era così. Amava il disagio, amava le sfide. Amava provocare per scoprire le reazioni di chi aveva attorno.
L'unico modo per vedere una persona per quello che è.
Il solo mezzo per conoscerla davvero, senza finzioni.
Bisognava far leva sulle paure.
La gente non reagisce razionalmente, si abbandona agli istinti, alla vera essenza. Quel ragazzo aveva chiaramente la coda di paglia, vedeva quello che voleva vedere. Insinuava, supponeva e spaventato reagiva! L'opposto di GRO.
Il passato gli aveva insegnato a leggere le persone, a smascherarle. Aveva conosciuto troppa gente in modi che dovrebbero essere proibiti; era caduto così in basso che aveva le vertigini. Adesso sapeva concedere il beneficio del dubbio.
E' facile nascondersi dietro educazione, formalità, frasi cortesi.
Etichetta, buone maniere, galanteria.
E' una recita.
Schemi che ti permettono di cavartela su livelli superficiali, quando la gente non ti sta davvero guardando, quando non ha interesse a farlo.
Basta toccare i punti giusti, sapere dove mettere le mani.
Ed ecco il fremito, la sincerità.
La paura.
Chissà poi di cosa.
Si teme ciò che non si conosce.
Probabilmente era quello che stava accadendo.
Ognuno era giunto lì per leggere.
E si era scontrato con quello che non si aspettava. Ed un capriccio infantile ed irrazionale aveva tirato il peggio fuori da ognuno.
"Perché non raccogli Moby Dick?"
GRO era dietro di lui, molto vicino, avrebbe potuto dissanguarlo se fosse stato un vampiro. Con le sue ginocchia, piegò quelle di Robin, che gli si stese addosso prima di trovarsi con i palmi a terra.
GRO non voleva andare oltre... gli si parò davanti.
Gli avvicinò il libro alle mani, con il piede, quasi carezzandolo.
Una gentilezza infinita.
Sperava di aver risolto il tutto.
Occhio per occhio.
Scambio equivalente.
La bilancia ora era stabile.
Si sarebbe accontentato anche di fare a pugni, un po' di corpo a corpo lo avrebbe fatto scaricare di più: avrebbe dormito meglio. Ma era svestito, sarebbe stato davvero inopportuno. La mano morbida era stretta attorno alla bacchetta, il pollice la carezzava sotto il piumone, senza essere visto.
Era in piedi, elettrico e pronto a qualsiasi cosa Robin avesse in mente.
Lo guardava negli occhi, Robin in ginocchio davanti a lui.
"Hai sete?"
Cacciò una mano dalle pieghe del piumone, qualche piuma volò.
Prese il termos col te, e se lo tamburellò sul mento, prima di tenderlo al ragazzo. Con le sopracciglia furbette e maliziose, di chi ha capito il gioco.
A volte le serpi stanno in piedi, ed i grifoni strisciano.
Forse GRO si era fatto un amichetto.
Edited by Gwydion Ròn Orkney - 22/2/2013, 16:57