Tepore., Aperta

« Older   Newer »
  Share  
Franz Ulysses Cage
view post Posted on 14/12/2012, 02:19     Top   Dislike




Smaterializzarsi era una palla.
Scappare era una palla.
Vivere era una palla.
Ed anche lui era una palla. Anzi, un coglione.

Aveva bisogno di bere, sentiva il ghiaccio dei suoi occhi scendere nella gola, cristallizzargli il respiro, congelargli lo stomaco scombussolato di cui prima.
Possibile essere ricchi e al tempo stesso esser pieni di debiti?
Sì, quando il debito lo devi pagare con l'anima che non hai.
Persa, dicevano. Persa nelle lenzuola di sua madre, mentre gli insegnava la bellezza.
E fu così che Franz Ulysses Cage imparò che la bellezza è fuori, non dentro.
E no, non era così sempliciotto da dire che una bella figa è bella. Bello è il vento che le carezza i capelli coprendole la bocca da battona; bello è il freddo che le sbianca la pelle, rendendola morta al suo occhio fotografico e quindi bella in quanto muta.
Ma qui, si va oltre.
Esteta? Nemmeno tanto.
Mostro? Forse un po'.
Era ossessionato dalla bellezza, perchè tutto gli aveva tolto.
E ora, l'unica bellezza che voleva era il colore ambrato dell'Ogden che stava per chiedere a chi sudava dietro al bancone.
 
Top
Lorcan A. Carrow
view post Posted on 14/12/2012, 17:04     Top   Dislike




Da quelle parti ormai un po' tutti avevano iniziato a conoscerlo. Lui era Lorcan, quello famoso, quello che giocava nei Tornados come battitore, ma era anche quello che era stato lasciato dall'amore della sua vita e che per consolarsi non pensava ad altro che ad ubriacarsi e vivere la vita minuto per minuto.
Il peccato era che aveva sviluppato persino una certa resistenza all'alcol per cui doveva bere fin troppo per il suo fegato e per la sua salute da battitore se avesse voluto davvero rilassarsi. Di conseguenza era diventato difficile anche quello e di lasciare il lavoro non se ne parlava, era una delle poche cose, che riusciva a farlo concentrare seriamente su qualcosa.
Intanto però eccolo di nuovo lì, Testa di porco, solito bancone, solita ordinazione.
"Odgen anche per me oste!"
Si stava rovinando e lo sapeva. Se non fosse stato per il Quidditch sarebbe stato un barbone e allo stesso tempo la pecora nera della famiglia, il fallimento dei Carrow.
Eppure non era l'unico, proprio lì accanto c'era qualcun altro che non sembrava a sua volta la fotografia della voglia di vivere.
"Alla salute!"
Brindò ironicamente Lorcanal in direzione dello sconosciuto una volta ricevuto il suo bel boccale. L'ultima volta che aveva bevuto in un locale era stato in compagnia di una studentessa di Corvonero dalla "fama internazionale" dalle parti di Durmstrang, una piccola povera ragazzina sfruttata dalle voglie e dai desideri di una scuola maschile. Adesso chi avrebbe incontrato? Non si poteva mai dire quando si aveva un boccale in mano. Disperati, annoiati, depressi, sconsiderati... avevano tutti qualcosa in comune. Bisognava capire quale.
 
Top
Franz Ulysses Cage
view post Posted on 15/12/2012, 10:33     Top   Dislike




- Perchè bevi?
- Per dimenticare.
- Per dimenticare cosa?
- Che ho vergogna.
- Vergogna di che?
- Di bere.


Non sempre le cose sono logiche, ma talvolta le cose assurde hanno una logica più stretta di quelle che dovrebbero essere ragionevoli.
Franz Ulysses Cage ne era ben cosciente. Tanta mediocrità nell'eccellenza, tanta eccellenza nella mediocrità.
Volto alla sua unica causa di cercare la bellezza, beveva per ovattarla, per mettere un filtro sfocante ai suoi occhi, lasciando limpido l'unico dettaglio importante.

Appoggiò la borsa che lo accompagnava sempre sul bancone, la macchina fotografica pronta all'uso.
Un uomo si sedette accanto a lui, ed alzò il calice in sua direzione.
Franz non diede senso alle sue parole, ma premette Click.
Una Polaroid -così la chiamavano i babbani- venne sputata fuori quell'aggeggio infernale e lui, dopo aver staccato una pellicola, iniziò a sventolarla quasi fosse un ventaglio.
Non rispose a quell'uomo, non direttamente: fece scorrere l'istantanea sul bancone, fino a lui.
- A che tu possa essere attaccato alla vita come quella briciola alla tua manica.
Alzò finalmente il bicchiere, sorridendogli un poco, e iniziò a picconare a sorsi il gelo dentro di sé.

- F.U. CAGE, Testa di Porco, 15/12/74. Di fronte a del buon Whiskey, siamo tutti uguali.
Bianco e nero. Effetto sfocato. Mano di sconosciuto che brinda con me alla salute. Focus sulla briciola attaccata alla manica. Ho pensato che fosse un augurio migliore.

 
Top
Lorcan A. Carrow
view post Posted on 16/12/2012, 23:57     Top   Dislike




Entrato lì dentro non avrebbe mai pensato che qualcuno avesse potuto pensare di scattargli una fotografia, tanto meno di fare un brindisi alla sua salute così poco convenzionale, ma allo stesso tempo... originale, doveva ammetterlo.
Il risultato fu che il caro Lorcan sghignazzò per poco, soprattutto quando osservò la foto e il relativo particolare della briciola che sembrava essere la vera protagonista dell'immagine. Che dire? Era un capolavoro, dato che quella manica era la sua.
"Mr. Cage se ha voglia di diventar ricco le consiglio di conservare questa fotografia... potrebbe acquisire un grosso valore un giorno."
Gli disse con aria da ragazzo snob, per poi tornare a sorridere soddisfatto sotto i baffi, bevendo ciò che aveva ordinato. Quasi sicuramente quell'uomo doveva aver agito con l'intenzione e la consapevolezze di immortalare in quello scatto una stella del Quidditch. Lorcan non era mai stato paparazzato prima, dato l'esordio avvenuto da breve tempo, ma la sensazione era delle più divine.
"Oppure potrebbe semplicemente venderla al Settimanale delle Streghe.."
Gli suggerì per ultima cosa, anche se personalmente l'avrebbe anche tenuta per ricordo. Un giorno Mr. Cage avrebbe potuto raccontare ai suoi figli: "Lorcan Carrow? Il famigerato battitore dei Tornados? Sì ricordo bene quella volta in cui lo incontrai alla testa di porco..."
 
Top
Franz Ulysses Cage
view post Posted on 27/12/2012, 15:11     Top   Dislike




"Ah! ah! ecco la visita di un ammiratore"
L'egocentrismo di quell'uomo lo fece sorridere.
Franz Ulysses Cage non valeva niente e lo sapeva, ma non poteva privarsi del gusto di fingersi migliore di lui.
- Qualunque foto io faccia acquisisce grande valore, mio signore.
Non chiamarlo per nome poteva già essere un gran divertimento: quel signore pomposo voleva che tutti lo ammirassero, che tutti lo riconoscessero.
Ma lui, oltre al divertimento che poteva muoverlo, non aveva davvero un nome da associare a quella faccia nota.
- Mi offendi, a questo modo. Quella non è una bellezza da sputtanare su un giornaletto per gattare.
Bevve un sorso, nascondendo un sorriso. Il divertimento non è solo sessodrogaerockandroll.
 
Top
Lorcan A. Carrow
view post Posted on 4/1/2013, 13:00     Top   Dislike




Da quelle poche parole Lorcan capì che il tipo che aveva davanti doveva avere una gran considerazione di sè e del proprio lavoro, mentre invece doveva considerare il mondo circostante abbastanza mediocre. Continuò a bere riflettendo.
"Questa è una vera fortuna. Una sua foto con in aggiunta la mia apparizione allora dovrà avere un gran valore... dunque certo, la mia ultima proposta non ne è assolutamente all'altezza".
Concluse Lorcan convenendo con Mr. Cage. Non aveva mai sentito parlare di un particolare fotografo, quindi poteva trattarsi anche solo di un paparazzo da quattro soldi, ma mai Lorcanal avrebbe infranto i suoi sogni vanesi.
"Quindi cosa crede sia opportuno fare con quella?"
Gli chiese lanciando un'occhiata ulteriore alla fotografia lì accanto. Avrebbe potuto conservarla, per farne cosa? Lorcanal non era un collezionista e presto avrebbe potuto perdere quella foto da qualche parte. Certo, se avesse ancora avuto Alexane l'avrebbe ceduta a lei, però... il ricordo era insopportabile. Tornò a bere, sperando che il liquido facesse scorrere con sè il passato.
 
Top
Franz Ulysses Cage
view post Posted on 4/1/2013, 15:03     Top   Dislike




Soldi. Cosa poteva farsene?
Gli bastava poter uscire a bere ogni sera, pagarsi l'amore di tanto in tanto e la pellicola per la sua babbanissima polaroid.
Il resto? Non aveva bisogno di grandi vestiti, nè di cibi sopraffini. Quel che gli interessava davvero era potersi fare i cazzi suoi.
E, per questo, i soldi che aveva bastavano e avanzavano.
- Se vuoi venderla, fai pure. Ma che sia qualcuno che possa capire, ti prego.
Capire. In fondo che c'era da capire in una briciola attaccata ad una manica? Niente, lo sapeva benissimo. Ma mentire agli altri è molto più comodo che mentire a sè stessi, soprattutto se si ha una bassa idea di sè.
"Mostrati importante e ai loro occhi lo sarai davvero"
Una verità da poco, ma una vera verità. Atteggiarsi a grande artista aveva convinto il Signor Vanitino lì di fronte che lui fosse davvero bravo, ma l'aveva davvero guardata quella foto? Poteva anche trattarsi di una merdata colossale, e quell'uomo non se ne sarebbe mai accorto. In fondo, il mondo dell'arte era il più ipocrita che conoscesse: bastava solo dire che quello era uno scatto del Cage e quell'articolo determinativo piazzato là su una preposizione qualunque avrebbe fatto la differenza. Quanto alla bellezza di quella foto, beh... sarebbe importata a pochi. Perchè la verità è che la bellezza è elitarissima. Ed è anche fine a sè stessa.
Come anche Franz Ulysses Cage. Lui era fine a sè stesso.
E forse era per questo che la sua vita si riduceva ad un infinito tentativo di imprigionare la bellezza in una pellicola. Babbana, perchè non potesse scappare in uno scatto mediocre.

Prese la foto abbandonata sul bancone scuro, scavò nella sua borsa e ne tirò fuori un pennarello. "Solo il babbano funziona bene sul babbano."
Il rettangolo bianco sotto lo scatto venne riempito con uno scarabocchio: nome, data, titolo.
Il resto della descrizione finì sul suo taccuino. Tanto non sarebbe importata a nessuno.
Già si immaginava le sue opere in una mostra: sentiva le guide appioppare concetti allucinanti alle sue opere, concetti che mai era stata sua intenzione esprimere. Ma sarebbe stato un divertimento, un giorno, affossare tutti quei dottori tronfi di parole. Come era divertente in quel momento, per lui, giocare con il suo Vanitoso inconsapevole.
 
Top
Lorcan A. Carrow
view post Posted on 13/1/2013, 19:29     Top   Dislike




Oh no quel tipo aveva capito male, Lorcan aveva già di suo molto denaro e dunque non avrebbe assolutamente avuto bisogno di far nulla del genere. Sorrise, continuò a bere, respirò, disse:
"No, non credo la venderò, ma non saprei cosa farne. Farebbe meglio a tenerla lei, sa?"
Conoscendosi avrebbe anche potuto smarrirla prima o poi e sarebbe stato triste di fronte ad un'opera d'arte del genere, specie per colui che l'aveva creata era così famoso... anche se non lo aveva mai sentito nominare.
"Dica, è molto tempo che si occupa di fotografie? Sarà che io non mi intendo molto di questo particolare hobby, ma non l'avevo mai sentita nominare... spero non si offenda."
Diciamo che Lorcan non frequentava circoli propriamente culturali, anzi, tutto l'opposto a dire il vero. Anche quando aveva incontrato quella strana studentessa di Corvonero che gli aveva proposto l'apertura di un club privato, l'aspetto culturale sarebbe stata solo una mera copertura dato che le loro idee erano decisamente alternative. Peccato solo che per il momento il loro progetto fosse del tutto fermo.
 
Top
Franz Ulysses Cage
view post Posted on 28/1/2013, 22:40     Top   Dislike




Ed ora il Vanitoso cercava di fare l'intellettuale. Ma come può uno così preso da sè stesso dedicarsi ad altro?
In fondo valeva anche il contrario: come poteva lui, così preso dalla Bellezza, dedicarsi a sè stesso?
La verità era che al Signor Cage non importava nulla della fama, dell'esser riconosciuto da chicchessia. Quel che contava per lui era catturare la Bellezza. E se qualcuno l'avesse riconosciuta nei suoi scatti, a lui non importava. Lui imprigionava per sè. E poi regalava via, tenendosi le parole come ricordo.
In fondo, la Bellezza è effimera: se pur impressa nella pellicola, non sarà mai quella di cui l'occhio aveva goduto al momento dello scatto.
Ecco, forse era questa la chiave di volta di Franz Ulysses Cage: il distacco.
Era stato forzato a vedere la bellezza, e ora l'unico modo che aveva per difendersi era catturarla. Imprigionarla. Perchè non facesse più male.
- Fotografo da quando ero bambino. Avevo cinque anni quando mi regalarono la prima macchinetta.
Oh, uno sprazzo di verità! Un momento felice della sua vita! L'unico, forse. Perchè quel vetrino poneva la distanza esatta, era la lente giusta e protettiva per guardare il mondo e non soffrirne: in fondo, per guardare il sole servono le lenti affumicate.
Eppure non si rendeva conto che quella stessa lente che lo salvava, era la sua peggiore carceriera. Se solo avesse buttato via quella macchinetta, avrebbe imparato a gioire, a soffrire, a vivere.
Ma, purtroppo, così non sarebbe stata.
Era drogato, Franz Ulysses Cage. Drogato di Bellezza: la stessa cosa che gli aveva rovinato la vita, era quella che lui ricercava ossessivamente. Forse senza motivo, o forse perchè l'essere umano è destinato a non cambiare mai.
- Dice di non aver mai sentito il mio nome, ma sa dirmi almeno un nome di un fotografo famoso che non sia una sottospecie di paparazzo?
E, nel mentre dei suoi ragionamenti inconsci, continuava a divertirsi col suo Signor Vanitino.
 
Top
Lorcan A. Carrow
view post Posted on 13/2/2013, 16:46     Top   Dislike




E così Lorcan continuava a bere. Aveva trovato qualcuno che lo intrattenesse e non lo facesse pensare a quanto crudele e maligna potesse essere la vita. Era quasi un momento normale: entri in un bar, bevi, incontri qualcuno che vuole attirare la tua attenzione perchè sei una star nazionale, tu ti comporti come se fossi veramente interessato, giusto per non deluderlo e non fargli dire in giro che il realtà Lorcan Alarick Carrow è uno sbruffone da quattro soldi ed anche ubriacone, oltre che un tantino pervertito se ci sono belle donne in giro. No, questo non avrebbe potuto dirlo, perchè non si vedevano belle ragazze da quelle parti in quel momento. Peccato. Magari si sarebbe potuto far scattare una foto in atteggiamenti compromettenti così da riempire le pagine del Settimanale delle Streghe per la gioia delle sue fans che avrebbero sbavato immaginando di trovarsi loro al posto della fotografata del momento.
"Una specie di bambino prodigio quindi"
Commentò con fare quasi serio per poi lasciarlo andare avanti nel suo curioso racconto biografico, mentre portava ancora la sua burrobirra alla bocca dissetandosi. Si aspettava di sentire anche dell'evoluzione del suo interesse fotografico, ma sembrava essersi fermato lì, peccato.
"Oh bene bene, quindi già ci stiamo ridimensionando. E' un paparazzo e magari, infondo infondo neanche quello, vero Cage? E' mai finito seriamente su un giornale, di qualsiasi tipo?"
Gli chiese facendo comparire sul suo bel viso da giocatore provetto, un ghigno divertito. Stava per smascherare un tipo che aveva provato a prenderlo in giro, con il suo aiuto, giustamente. Posò il boccale ormai vuoto sul bancone e sospirò mentre alzava la mano verso il barista, richiedendo un altro giro.
 
Top
9 replies since 14/12/2012, 02:19   132 views
  Share